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2,6 miliardi persone in più hanno avuto accesso a migliori risorse di acqua potabile solo a partire dal 1990, ma ancora 663 milioni ne sono sprovviste;
Almeno 1,8 miliardi di persone a livello globale utilizzano fonti di acqua potabile contaminate da escrementi;
2,4 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienici di base come WC o latrine;
Più dell’80% delle acque di scarico prodotte da attività umane è scaricato in fiumi o mari senza sistemi di depurazione;
1.000 bambini al giorno muoiono a causa di malattie diarroiche prevenibili legate all’acqua e all’igiene.
Sono numerose le problematiche che portano a questi numeri. Una fra tutte, il fatto che la maggior parte dell’acqua (circa il 70%) estratta da fiumi, laghi e acquedotti è usata per l’irrigazione e nient’altro.

C’è poi la piaga della scarsità d’acqua, subita ancora oggi dal 40% della popolazione mondiale: basti pensare alla terribile situazione in Afghanistan, resa ancora più difficile da una sempre crescente siccità che minaccia da molto tempo la sopravvivenza di oltre 7 milioni di persone che vivono di agricoltura e allevamento.

A questi due aspetti si aggiunge il problema che più di 1,7 miliardi di persone vive ancora in bacini fluviali in cui l’utilizzo d’acqua eccede la sua rigenerazione.

Ma la sostenibilità dell’acqua non è solo un problema legato ai Paesi in via di sviluppo o rurali. Ci sono infatti criticità importanti anche laddove l’acqua viene trattata e reimpiegata: basti pensare che nel 2015 nella rete vi erano perdite dalle tubature del 41% del totale, in peggioramento rispetto al 2012, e che nel 2010 le tubature stesse, nel 60% dei casi, risultavano posate 25 anni prima, tempistica che si raddoppiava nel 25% dei casi.

Oltre a questo, ancora oggi abbiamo molte problematiche che ci portano a dover efficientare processi e metodi: incompletezza degli schemi depurativi (con assenza di alcuni trattamenti o di scarico a mare con condotta sottomarina), problemi di alimentazione degli impianti (con a volte l’assenza di controlli sulle immissioni in fognatura di reflui non domestici o la variazione di portata in ingresso superiori a quelle di progetto) o, ancora, inadeguatezza a volte delle strutture gestionali degli impianti (assenza di idonei apparecchiature di misura, carenza di misure e controlli).

 

Fonte: Nazioni Unite