Categorie: Editorial
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Quando parliamo di innovazione viene subito da pensare alle grandi scoperte, nuove tecnologie che prendono il sopravvento nella nostra quotidianità… dalla più piccola a quelle che impattano in modo più importante sul sistema economico di un paese oppure che ci forniscono un’anticipazione su un futuro fatto di viaggi nello spazio e di mete e risultati finora mai raggiunti dall’uomo.

Oppure parliamo di innovazione nel momento in cui grandi eventi naturali come il cambiamento climatico ci mettono davanti alla visione di un futuro dove un cambiamento radicale del proprio stile di vita è assolutamente doveroso… non più una scelta. Uno stile di vita che impone una maggiore coscienza, una maggiore conoscenza. Non ci si può nascondere più dietro alla beata ignoranza del tamtam dei social network e della verità costruita sulla misura di ciò che siamo in grado di comprendere.

Parliamo di innovazione di prodotto, di processo… parliamo di innovazione digitale, politica o sociale ma di fatto innovazione è un termine che acquisisce un significato plausibilmente giusto soltanto per gli addetti al settore che a diversi livelli si occupano di crearla, di applicarla o di parlarne così da diffonderla in modo più o meno efficace.

Io sono un designer e nella mia vita ho avuto la fortuna di potere vivere l’innovazione in forme diverse.

Faccio questa premessa perché mi sembra di vedere un copione già visto. Il Design, un tempo razionale, ben definito e circoscritto ad un ambito industriale oggi è diventato un termine patinato e strettamente legato alla capacità di comunicare il proprio talento… anche l’Innovazione sta diventando un termine del tutto inflazionato e tremendamente fluido. Tutti sanno cos’è ma in pochi sanno effettivamente descriverla… ognuno la fa sua cercando di calarla nella propria realtà.

Ed è qui che la domanda mi sorge spontanea:

Cos’è davvero l’innovazione?
Provo a spiegare il mio punto di vista.

L’innovazione è la capacità di ognuno di noi di potere evolvere, cambiare e migliorarci. Di migliorare la nostra vita, quella di chi ci sta accanto o di chi ci vive lontano. La capacità di migliorare un contesto, che sia famigliare, lavorativo, produttivo, imprenditoriale o ambientale. L’innovazione più importante per me, parte sempre dall’individuo, dall’azione, dalla volontà di cambiare e di evolversi…. la tecnologia in qualsiasi forma essa si presenti è solo il mezzo per farlo.

Insomma, l’innovazione è un atto di responsabilità.

L’Innovazione cambia sfumature a seconda se sono dei tecnici a parlarne, oppure designer (come nel mio caso) oppure studenti oppure ancora imprenditori, commerciali, giornalisti… Quella che io vivo tutti i giorni è l’innovazione che parte da un processo di ri-educazione mentale. Nel mio quotidiano ho a che fare con imprenditori, tecnici (a diversi livelli), commerciali, uomini e donne di marketing e comunicatori che spesso usano l’innovazione come un pretesto, come una scusa per evidenziarne la carenza oppure per cercare una spinta per la propria attività o realtà imprenditoriale.

Una ri-educazione che parte dal presupposto che l’innovazione non va necessariamente cercata nella tecnologia ma nella razionalità, nell’efficientamento di un pensiero, di un’azione o di un processo. L’innovazione è sinonimo di crescita e oggi più che mai, la crescita vuol dire coscienza.

Parlare di innovazione oggi nel mondo imprenditoriale vuol dire spesso ripristinare la giusta comunicazione all’interno di un’azienda, fare parlare le persone fra loro ed insegnare ad ascoltare più che a chiedere. Quando sono chiamato per realizzare ad esempio un nuovo prodotto oppure per lavorare sull’identità di un brand da una qualsiasi azienda, la richiesta assume una connotazione diversa a seconda che arrivi da un responsabile marketing, da un commerciale, da un product manager o dalla Direzione stessa. Spesso ciascuno di loro è troppo concentrato a risolvere i propri problemi per potersi permettere una visione d’insieme. Per questo credo che creare le giuste condizioni di ascolto sia la premessa fondamentale per potere iniziare a parlare di Innovazione.

Nuovi polimeri ricavati da fonti naturali, materiali in grado di aumentare le performance di un prodotto dimezzando l’impatto sull’ambiente, materiali intelligenti, tecnologie wearable, big-data, intelligenza artificiale, predictive mantainance o tanti altri concetti che si fanno avanti in modo prepotente negli ultimi anni sono solo alcune delle nuove barriere da abbattere (o comprendere) per potere affrontare un futuro dove l’innovazione potrà diventare democratica, a portata di tutti.

Così per me, la domanda più giusta da fare non è “cos’è l’Innovazione?” ma piuttosto “quando e come nasce l’innovazione?”. 

Riformulare la domanda implica che per capire l’innovazione o il futuro di essa, dobbiamo prima comprenderne le basi, le fondamenta… da dove arriva e in che contesto si siano creati i giusti presupposti per il suo sviluppo. Il futuro poi è tutto da immaginare.

 

Cesar Arroyo
Coordinatore didattico presso SID Scuola Italiana Design