Categorie: Editorial
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Giovanni Mori è Ingegnere energetico, conduttore per Life Gate del podcast News dal pianeta Terra, attivista portavoce nazionale Per Fridays for Future Italia. Gran comunicatore e protagonista del Ted Crisi climatica a prova di idiota: come capirla e sconfiggerla. 

Abbiamo deciso di fargli qualche domanda per capire meglio la crisi climatica e come ci possiamo attivare per contrastarla.

Come è nato il tuo interesse per la salvaguardia del pianeta?

Sono nato in una famiglia sensibile al tema, sono figlio di due urbanisti, e questo ha sicuramente aiutato. Quando andavo al mare, mia madre non mi diceva: Guarda che bello il mare”, ma piuttosto Sai che le masse dacqua hanno sempre attratto grandi flussi turistici?”. Scherzi a parte, in terza media avevo preparato una tesina sulle energie rinnovabili, e lidea di poter salvare il mondo mi faceva sentire un super eroe. Studiando, avevo scoperto che i problemi dellambiente non sono pochi, ma non mi ero reso conto che la situazione fosse così grave. Poi nel 2018, mentre preparavo la tesi di laurea in Ingegneria energetica, assistevo quotidianamente alle proteste dei ragazzini delle medie che scendevano in piazza e si facevano sentire, molto più di me che pure avevo molte conoscenze ma poca volontà dimpegnarmi. Quella è stata la svolta della mia vita, linizio della partecipazione attiva.

Cosa ha rappresentato per te il movimento Fridays for Future?

Quando inizi a partecipare ai Fridays for future, poi lo fai per sempre. È la cosa bella di un movimento: farne parte non richiede tessere, ma soltanto limpegno di essere attivi dove si può e quando si può. Ora non sono più il referente di Brescia, né il portavoce di Fridays for Future Italia, ma continuo a dare una mano nellorganizzazione di eventi e a portare le mie competenze tecniche a vantaggio di tutti. Limpegno comune mi ha fatto capire che, se si è uniti, compatti e numerosi, si può davvero cambiare anche il sentire delle persone. Lho verificato su di me, e non ci sono dubbi.

Attualmente di cosa ti occupi e come comunichi le tue idee?

Il mio obiettivo attuale è provare ad essere il più sensibile possibile alle problematiche ambientali, in tutto quello che faccio: collaboro con uno studio di architettura molto grosso di Milano, e in ogni lavoro il mio obiettivo è far si che la riqualificazione edilizia e la rigenerazione urbana diventino a zero emissioni e a misura di persona. Da più di tre anni partecipo a una trasmissione radiofonica su LifeGate, e da uno curo un podcast giornaliero, News dal Pianeta Terra, dove in pochi minuti racconto le news fondamentali della giornata. È un ottimo strumento di divulgazione, ma anche dinformazione perché parlo, racconto di eventi e di speech, di scuole, della ONG Save the Planet e segnalo tutto quello che mi sembra interessante e stimolante. Adesso vorrei portare la mia conferenza spettacolo Le città Invivibili” in più città possibili, magari nei teatri.

Quali sono le generazioni più difficili da sensibilizzare sulla tematica del cambiamento climatico?

Per la mia personale esperienza, ho notato una difficoltà maggiore nella fascia intermedia della popolazione, quella che rappresenta un pola generazione in carriera, tra i 35 e 60 anni. Forse i più disillusi. Si tratta ovviamente di una statistica con zero fondamento, perché conosco molte persone attivissime anche tra i non più giovanissimi. Comunque in questi ultimi è come se le problematiche ambientali facessero parte del loro DNA, mentre per le generazioni più in là con gli anni si trattasse di un pensiero indotto. Sicuramente una delle ragioni è anche il fatto che più anni di vita si hanno davanti e più si ha una vera e propria paura di quel che potrà accadere.

 Quali sono le buone pratiche che tutti noi dovremmo mettere in campo per combattere la crisi climatica?

Uno dei punti fondamentali da considerare per comprendere come essere efficaci è sapere che alcune certezze, spacciate per risolutive negli anni 80, ora rappresentano il minimo sindacale dintervento: fare la raccolta differenziata, sostituire le lampadine, non sprecare lacqua e il cibo. In tempi di crisi climatica serve una maggior consapevolezza, e linformazione corretta ci permette di effettuare scelte davvero impattanti. Dove investiamo i nostri soldi? In banche che finanziano la crisi climatica? Possiamo isolare la nostra casa o installare il fotovoltaico? Come ci muoviamo ogni giorno? Mangiamo 3 volte al giorno, ma dovremmo inserire nella nostra dieta molta più frutta e verdura. Lacronimo magico è TEC: Trasporti, Energia, Cibo, che contiene l80°% del nostro impatto ambientale. Aggiungerei unaltra cosa: dobbiamo sempre continuare a farci sentire. Dovunque siamo.

Dal tuo punto di vista, su cosa dovrebbe puntare un web magazine come Humaneworldmagazine per trasmettere un messaggio corretto di cambiamento, relativo in particolare al surriscaldamento globale?

Linformazione è davvero uno dei tasselli fondamentali: non saremmo in questa situazione di estrema emergenza se i media avessero assolto in modo corretto al loro compito. Nel 1989, con il protocollo di Montreal, abbiamo eliminato i CFC, i clorofluorocarburi, responsabili del buco dellozono. Non cera discussione: la scienza ci aveva avvisato del rischio e la politica aveva agito in tempi brevi. Oggi moltissimi interessi, soprattutto di carattere economico, intervengono nella comunicazione dei danni ambientali per disinformare e confondere i cittadini, ma le soluzioni sono chiare, noi tecnici le conosciamo da decenni. Raccontarle, e dire che è solo una questione di volontà politica è la cosa che un magazine può fare. È cruciale.

In conclusione, puoi dare un consiglio ai nostri lettori su un libro, un podcast, una persona che ti hanno particolarmente ispirato?

Ormai per fortuna c’è un mondo di libri, podcast, video, film. Tra le pubblicazioni sceglierei Il tempo e lacqua, di Magnason, per lincredibile capacità di non parlare di crisi climatica eppure di riuscire a farla vedere al lettore, parlando della storia della sua famiglia, di Tolkien, di tuttaltro. Un must. Per il podcast direi certamente News dal Pianeta Terra, che simpegna a informare quotidianamente. Ma ne aggiungo un altro: Benzina sul fuoco. Come persone, ne avrei molte da ricordare. Sarebbe banale dire Greta Thunberg, quindi dirò Bill McKibben, fondatore di 350.org, che sostiene: La cosa più importante che possiamo fare come individui è essere meno individui.”

Marco Camporese
Digital Marketing Specialist