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di Giandomenico Nocco, pres. Associazione italiana ingegneri clinici

È essenziale la creazione di una reale cultura tecnologica ad ogni livello della sanità italiana. Solo in questo modo l’immenso sforzo del PNRR riuscirà a produrre risultati utili e duraturi.

Osservando il Pnrr e le aspettative che circondano le misure che riguardano da vicino il mondo della sanità e della salute, un dato risulta evidente: il Paese per il suo sviluppo conta sull’adeguato sfruttamento delle tecnologie più avanzate, su elevate competenze digitali, su nuovi processi per l’erogazione delle prestazioni e delle cure. Si vedrà finalmente una sanità interconnessa, capace di risposte ad alta tecnologia, concrete, utili e sicure? I professionisti in prima linea sanno bene che implementare le tecnologie non basta per generare cambiamenti. Proprio il periodo pandemico ha insegnato che l’innovazione deve essere selezionata e regolamentata, deve essere capace di integrarsi ed essere interconnessa, deve confermarsi sicura. La riflessione più seria in questo tempo non riguarda quindi unicamente la bontà o l’opportunità dei progetti che saranno finanziati con il PNRR, bensì le condizioni per cui questi progetti sapranno generare mutamenti durevoli nel tempo. È essenziale la creazione di una reale cultura tecnologica ad ogni livello della sanità italiana. In altre parole, non può essere implementato un progetto ad alta tecnologia, potenzialmente in grado di modificare non solo le performance, ma anche la stessa organizzazione, senza una cultura tecnologica di riferimento per l’intero sistema. Per questo si può parlare di una piattaforma culturale che deve essere strutturata, irrobustita e condivisa tra professionisti, manager, gestori, controllori. Cultura tecnologica significa creare quelle condizioni per cui le direzioni regionali, il management delle aziende territoriali, le direzioni generali degli ospedali, i clinici e le strutture di procurement, gestione e manutenzione, siano in grado di parlare lo stesso linguaggio, per evitare di affrontare il rinnovamento tecnologico basandosi su vecchi criteri tecnico-organizzativi. Solo così l’immenso sforzo del PNRR riuscirà a produrre risultati utili e duraturi.

Fonte: corriere.it