Categorie: Editorial
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Quanto idrogeno ci sarà nel nostro futuro? Le sue applicazioni sono molteplici ma le discussioni tecniche sono sempre in seconda fila, perché la prima è occupata dalla politica. Sono i governi e le forze politiche a stabilire tempi, modalità e finanziamenti per far decollare un’economia che sfrutta un’energia “libera”.  E sono sempre loro che scommettono a suon di miliardi se investire o no denaro pubblico.

La Commissione europea ha un programma molto ambizioso a questo riguardo con denaro di tutti noi. Tuttavia, i due paesi leader- Francia e Germania- da mesi litigano sulle fonti energetiche da utilizzare per produrre idrogeno. Il metodo dell’elettrolisi, destinato a diffondersi, deve essere alimentato da rinnovabili. La Francia spinge per usare il nucleare e alla fine vedrete che passerà.

E L’Italia paese che vuole avere un ruolo in campo energetico ? Lo sforzo più grande è stato sostenere la nascita di green Hydrogen valley in alcune Regioni. Le piccole e medie industrie potranno combattere il caro energia ricorrendo a una fonte alternativa pulita. Il processo deve svilupparsi a livello locale, ma deve tenere nel dovuto conto i costi di produzione. Le valley stanno nascendo, siamo in progress, e i suddetti costi oggi sono troppo alti per essere attrattivi.

Nel porto di La Spezia, intanto, si sperimentano locomotive con motori a idrogeno. Con un accordo tra  Autorità Portuale del Mar Ligure Orientale e Mercitalia Shunting & Terminal, sarà incentivato l’utilizzo dell’idrogeno come fonte alternativa nelle manovre ferroviarie portuali. Va in campo una sperimentazione ridotta della più grande ambizione del trasporto ferroviario a idrogeno. Mercitalia Shunting investirà per la revisione e l’ammodernamento delle sue locomotive per diminuire l’impatto ambientale. Creare stazioni di rifornimento di idrogeno green nelle aree portuali, ci porta all’altro grande tema della decarbonizzazione degli scali in città di mare.

Ci sono regole europee che non hanno avuto grande efficacia. Gli armatori devono investire molto  per riconvertire le flotte, ma sono cauti. Finora hanno scommesso poco devono dimostrare un po’ di più di essere buoni giocatori. Siamo convinti che l’innovazione tecnologica ha senso solo se rientra in un sistema a basse emissioni. Nel 2022 i porti italiani hanno prodotto 9 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Una specie di camino fumante permanente. Crederci significa mettere soldi in infrastrutture per la produzione, lo stoccaggio, il trasporto. È inutile fare fughe in avanti se non si pensa a questo e il green deal ha mostrato molti limiti a questo proposito.Gli incentivi finanziari sono ancora una volta la base per non dilaniarci più sugli effetti dei carburanti nocivi per l’ambiente e la nostra qualità della vita. Le scommesse sono aperte ci  vogliono giocatori all’altezza.

di Nunzio Ingiusto