Categorie: Editorial
Tempo di lettura: 2 minuti

Era il marzo del 2018 quando Pier Giovanni Capellino , fondatore di Almo Nature , l’azienda nota per essere stata la prima al mondo a produrre alimenti per cani e gatti con alimenti idonei in origine al consumo umano, dichiarò che tutti i profitti (dividendi) dell’azienda maturati dal 1 gennaio 2018 -e per sempre- sarebbero stati a disposizione della Fondazione Capellino , da lui fortemente voluta, che li avrebbe impiegati in difesa dei cani e dei gatti e per la salvaguardia della biodiversità . L’Italia però a differenza di altri Paesi non era pronta ad accogliere un tale modello Economico-Sociale, ovvero una Fondazione che possiede un’azienda (lavoro delle persone + capitale finanziario + un prodotto di marca) i cui profitti vengono destinati alla realizzazione di progetti reali, concreti e trasparenti. L’ascolto senza pregiudizio e l’intelligenza applicata al caso dall’agenzia delle entrate, la tenacia di Pier Giovanni Capellino affiancato dallo studio legale Bonelli-Erede , hanno, attraverso l’istituto dell’interpello, ottenuto il riconoscimento (risposta agenzia delle entrate n. 187/2019) di fatto di un nuovo modello economico-solidale (duale) nel quale la proprietà dell’azienda e i suoi frutti possono non appartenere a un umano ma a uno scopo che nel caso specifico del duale Almo Nature-Fondazione Capellino coincide con la difesa dei cani, dei gatti e della biodiversità. Con questa decisione l’Agenzia delle Entrate permette ad Almo Nature, già riconosciuta dalla Prefettura di Genova il 5 novembre 2018, di realizzare un nuovo modello di azienda a “capitalismo solidale” ovvero, come recita il riportato su tutti i prodotti, di realizzare la prima azienda “ owned by the animals ” ovvero posseduta interamente dagli animali e da tutti gli umani che ne condividono i valori solidali. La Fondazione agirà secondo le regole del suo Statuto, il consiglio di amministrazione opererà con assoluta trasparenza, sotto il controllo di tutti e delle autorità pubbliche. Ogni anno verranno pubblicati un bilancio chiaro e certificato, nonché i risultati ottenuti. “ Per la legge Italiana classificandosi come ente commerciale la Fondazione ha diritto a gestire la società di cui ha la proprietà e ad essere finanziata dalla stessa senza penalizzazionispiega Pier Giovanni CapellinoIn alternativa avrei dovuto vendere l’azienda e trasformare il capitale in rendita ma io ho fortemente voluto non dividere la solidarietà dalla produzione della ricchezza. Volevo tenerle unite e ringrazio l’intelligenza della nostra Agenzia delle Entrate per averlo compreso e reso possibile, affinché tutte le persone che lavorano in Almo Nature e tutti i nostri acquirenti possano sentirsi parte di un progetto più grande dove il profitto prodotto non va ad una proprietà ma ad una finalità nell’interesse di tutte le vite umane, vite non umane, mondo vegetale e mondo minerale. Tutto sulla terra è vita, non dimentichiamocelo” . Sono al momento tre i progetti internazionali su cui si concentrerà la ricerca della finalità del duale Almo Nature-Fondazione Capellino: