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Pmi e sostenibilità. Sono anni che consulenti e strategist del settore green, stanno spiegando alle piccole e medie imprese italiane l’importanza di allinearsi ai criteri di sostenibilità. A parlarcene stavolta è Pier Paolo Baldi, componente Esg del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti. «L’attenzione ai temi Esg da parte delle Pmi rappresenta certamente un’opportunità di crescita e di sviluppo», spiega Baldi che fornisce alcune indicazioni alle aziende su come muoversi in questi ambiti.

Profit, People, Planet

«Certamente devono muoversi nel solco tracciato dagli studiosi di questa materia, a cominciare dalle tre parole chiave introdotte da John Elkington negli anni 90: Profit, People e Planet», ricorda Baldi.

In particolare, a proposito di Profit «la sostenibilità deve essere prima di tutto finanziaria ed economica e le aziende devono sviluppare modelli di business che prediligano la creazione di valore nel lungo termine, contro l’obiettivo di utili a breve». Un punto chiave quest’ultimo. Ma per creare valore in azienda, bisogna attrarre talenti. E a questo punto si ricade sotto la parola People. «Valorizzare le risorse aziendali e coinvolgerle nel processo di creazione di valore è fondamentale per attrarre a sé, o per trattenere in azienda, anche i talenti – spiega Baldi – adeguandosi alle loro esigenze. Basti pensare che tutte le più recenti ricerche evidenziano che oltre il 90% dei giovani laureati vogliono scegliere aziende attente a queste tematiche, pur se hanno difficoltà a trovarle. Distinguersi nel mercato vuol dire avere la capacità di attrarre la loro attenzione».

Infine Planet. «Le imprese, specie le Pmi, hanno importanti spazi di miglioramento e la possibilità di cogliere le opportunità che stanno nascendo dal nuovo modello di sviluppo che vuole perseguire gli obiettivi di carbon neutrality al 2050», sottolinea Baldi che è anche docente di Sostenabitaly Academy.

Formazione e rendicontazione

Questo il quadro in cui devono inserirsi le Pmi. Ma ci sono altri suggerimenti soprattutto sul fronte formazione e rendicontazione. «L’informazione e la formazione sono necessarie per “alfabetizzare” quante più imprese possibili», ribadisce il componente Esg del Consiglio nazionale dei commercialisti.

E poi la rendicontazione, un momento chiave per le aziende, grandi e piccole, sotto i riflettori degli organismi italiani ed europei di settore. «La corretta divulgazione delle azioni in ambito Esg è fondamentale per evidenziare quanto si fa e anche per differenziarsi rispetto ad altri competitor. È però necessario farlo su basi solide ed evitare l’effetto boomerang che è sempre più frequente nei casi di rendicontazione difforme dalle reali azioni: il cosiddetto greenwashing».

E aggiunge: «Rendicontare bene vuol dire anche aprirsi al mercato dei capitali dei tanti investitori che puntano sulle Pmi sostenibili e vuol dire farlo adottando i migliori standard disponibili sia attualmente e sia nella loro prossima evoluzione per la quale è in campo anche l’Efrag, l’associazione europea dei revisori contabili, affinché anche le informazioni non finanziarie siano realmente confrontabili al pari dei bilanci finanziari che tutti conosciamo. Rendicontare è fondamentale è farlo bene è indispensabile».

di Vitaliano D’Angerio

Fonte: ilsole24ore.com