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Nascerà in Sardegna la prima “Hydrogen Valley” italiana ? Tra gli accordi che la premier Giorgia Meloni ha firmato in Algeria pochi giorni fa c’è anche quello per un nuovo gasdotto verso la Sardegna che trasporti idrogeno, ammoniaca e anche elettricità. Oltre, ovviamente, al metano. Il progetto richiama il vecchio gasdotto Galsi fermato una decina di anni fa. Ora, l’urgenza di diversificare le fonti energetiche è diventata più stringente e l’Italia si gioca la scommessa della sostenibilità energetica ed ambientale nei prossimi tre, quattro anni. 

Gli accordi sottoscritti con Libia e Algeria per la politica di casa nostra, richiamano lo storico Piano Mattei di collaborazione con quei Paesi. Si vuole trasformare il Paese in un moderno hub energetico. Ma, attenzione, non siamo più ai tempi del fondatore dell’Eni. Si firmano accordi per avere più gas estratto in Africa, ma l’Europa è impegnata in un piano di riconversione generale di produzione e consumo con fonti alternative. L’idrogeno è parte del Green Deal con il quale ci stiamo misurando. Tuttavia, le prospettive di lavoro a medio-lungo termine  per le imprese italiane non sono da sottovalutare. La Sardegna, dunque, cerca di surclassare tutte le Regioni con i primi investimenti pubblici. Vuole avere una vera autonomia energetica intesa sia come volano di sviluppo green che come opportunità per chiudere definitivamente le storiche miniere di carbone. La vocazione carbonifera sarda, in altre parole, va consegnata ai libri di storia. 

Sul Sito della Regione è stato pubblicato l’avviso per accedere ai 21 milioni di euro per costruire le strutture per l’idrogeno nelle aree industriali dismesse. Il finanziamento arriva dal Piano di Ripresa e Resilienza che vede nella costruzione di impianti per l’idrogeno rinnovabile un passaggio centrale della transizione energetica. Chi presenta i progetti deve tenere conto dei target economici e di produttività approvati dalla Commissione Europea. Cosa accadrà sull’isola ? Che le aree industriali abbandonate ospiteranno impianti per produrre l’idrogeno solo da fonti rinnovabili collocate nello stesso perimetro dell’ex area di lavoro o appena vicino. Il modo di produrre dovrà avvenire mediante elettrolisi, cioè attraverso la scomposizione dell’acqua. “Una Sardegna sempre più green, terreno ideale nell’innovazione tecnologica e nella transizione verde. Vogliamo sostenere e incoraggiare gli investimenti diretti verso l’energia pulita, senza sacrificare il territorio e nel pieno rispetto dell’ambiente», ha detto il Presidente della Regione, Christian Solinas. 

Le domande di partecipazione al bando dovranno essere presentate dal 30 gennaio al 28 febbraio prossimi. Fare presto diventa una specie di imperativo. Tenuto conto che l’Agenzia internazionale per l’energia nel 2022 ha chiesto all’Italia di non indugiare sulle fonti rinnovabili. Una volta prodotto, l’idrogeno si presta a molti utilizzi e tra gli obiettivi del PNRR c’è anche quello di usarlo per i mezzi del trasporto pubblico. Si vogliono abbassare le emissioni di CO2 che in Italia pesano per un terzo sui livelli di inquinamento nazionali. A questo punto sono le Regioni che hanno l’obbligo di metter in moto i giusti meccanismi per raggiungere i traguardi italiani. L’obiettivo alto, nazionale, è di raggiungere entro il 2026 1 Gigawatt di elettrolisi. E la prima Regione a provarci è un’isola. Un primato che può diventare europeo.

 

di Nunzio Ingiusto