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Un viaggio lungo e complesso, reso ancora più difficile dalle instabilità politiche ed economiche di questi anni, ma che la Skoda vuole portare avanti senza indecisioni di sorta: stiamo parlando dell’ecosostenibilità, tema ormai al centro di tutte le politiche europee e che, salvo clamorosi ripensamenti, porterà da qui ai prossimi venti/trent’anni a una riconversione elettrica del parco auto del Vecchio Continente. Ma per passare dalle parole ai fatti non basta eliminare l’inquinamento dai tubi di scarico: ci vuole un approccio ad ampio spettro, che guardi all’intero ciclo di vita dell’automobile: dalla produzione all’utilizzo, fino ad arrivare allo smaltimento.

Dalla A alla Z. Ed è proprio alla genesi e alla fine del ciclo di vita dell’automobile che la Skoda ha dedicato un piano d’azione per la mobilità sostenibile con molteplici obiettivi ambiziosi: per esempio l’azzeramento delle emissioni di anidride carbonica di tutti i suoi impianti di produzione in Repubblica Ceca, l’utilizzo di materiali riciclati e il recupero delle batterie dei veicoli elettrici per prolungarne la vita al più lungo possibile, risparmiando sugli energivori e inquinanti processi di costruzione e smaltimento degli accumulatori.

Non si parla solo di futuro. Un ricco plateau di argomenti, che richiedono altrettante risposte e investimenti su larga scala che gli uomini della Casa automobilistica ceca hanno già intrapreso. Se il 2030 viene, infatti, indicato come data “ultima” per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità descritti poco fa, alcuni risultati importanti sono già visibili oggi: un esempio è lo stabilimento di componentistica di Vrchlabí, che già dalla fine del 2020 segna “zero” alla voce emissioni di CO2, grazie all’uso di sola elettricità da fonte rinnovabili, ma anche grazie a un’efficiente catena di raccolta e smaltimento dei rifiuti e un’impostazione della logistica “verde”, che minimizza gli sprechi di energia.

Compensazione. Naturalmente, almeno con le tecnologie di cui disponiamo oggi, è impossibile azzerare del tutto le emissioni in ogni fase delle produzioni di un’automobile, specialmente nel caso delle elettriche, che richiedono processi produttivi energivori per la realizzazione delle loro batterie. Per abbattere l’impatto ambientale anche in questi inevitabili passaggi, la Skoda compra crediti verdi certificati e si impegna a promuovere la produzione di energia pulita. Un esempio in questo senso sono gli investimenti nella costruzione di un parco eolico nell’Est della Repubblica Ceca e di uno in Finlandia, che una volta completato produrrà ben 570 GWh di energia elettrica all’anno.

Seconda vita. La svolta elettrica del parco circolante si porta dietro importanti sfide ecologiche che passano perlopiù da due aspetti: la produzione dell’energia e la gestione delle emissioni legate alla produzione e allo smaltimento delle enormi batterie che si trovano nel pianale delle automobili. Se solo la ricerca tecnologica potrà fare in modo che un domani vengano diminuiti l’utilizzo di metalli rari e le emissioni prodotte in fase di produzione, ciò che si può fare oggi è estendere il più possibile la loro durata. Rispetto alle batterie che troviamo sui più comuni dispositivi tecnologici, gli accumulatori delle auto elettriche hanno una lunga durata, tanto che dopo dieci anni di utilizzo e alcune centinaia di migliaia di chilometri percorsi, la capacità si attesta ancora a circa il 90% di quella iniziale. Ma questo non è abbastanza; così, la Skoda, come altri costruttori, ha deciso di spostare ancora più in là il momento dello smaltimento, riutilizzando le batterie all’interno dei suoi stabilimenti per accumulare l’energia verde prodotta dai pannelli solari. Sottoposti a stress molto inferiori, in questa nuova “mansione” gli accumulatori sono validi ancora per diversi anni a venire, con benefici sia ecologici che economici.

Circolo virtuoso. In Europa sono stati compiuti grandi passi avanti sui temi del riciclo dei rifiuti: le regolamentazioni impongono oggi a tutti i costruttori che almeno l’85% dei materiali utilizzati per produrre ogni singola vettura siano in futuro completamente riutilizzabili. Skoda ha deciso di spingersi oltre con un target del 95% per tutti i nuovi modelli, ma perché l’effetto positivo sull’ambiente sia immediato, si può fare di più. E questo, per Skoda, vuol dire utilizzare già oggi una notevole percentuale di materiali di recupero nella produzione delle proprie vetture: un’attenzione alla selezione dei materiali praticata già da diversi anni, che porta un’auto come la Skoda Octavia a contare su un circa un terzo di elementi realizzati a partire dal riciclo: stiamo parlando, per esempio, delle plastiche, dell’acciaio della scocca e della carrozzeria, del vetro o dei rivestimenti interni, come i tappetini. L’elettrica Skoda Enyaq compie un ulteriore passo avanti proponendo rivestimenti alternativi al tessuto e alla pelle tradizionale con tessuti realizzati attraverso bottiglie di PET riciclate fino al 70%.

In produzione. L’ultimo capitolo della riconversione “green” di tutto il ciclo di vita di una vettura Skoda riguarda ciò che avviene all’interno degli stabilimenti, i fornitori e la rete di distribuzione. Tradotto in pratica, ciò significa, per la Casa ceca, scegliere partner esterni che nei loro siti produttivi rispettino gli stessi standard ambientali, e istruire la propria rete di distribuzione – che conta 3.200 concessionarie in tutto il mondo – sui comportamenti ecosostenibili da adottare all’interno dei punti vendita e nella loro logistica.

 

Fonte: https://www.quattroruote.it/news/ecologia/2022/09/23/skoda_non_solo_elettriche_la_sostenibilita_e_anche_in_fabbrica.html