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Sono stati presentati presso la sede di Cobat, il Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo che lo scorso anno ha contribuito al rinnovo dei sistemi energetici del Laboratorio Piramide, i risultati di alcuni progetti in corso e i 24 progetti di ricerca e formazione approvati dall’Associazione riconosciuta EvK2CNR e dal NAST (Nepal Academy of Science and Technology) da attuare nel 2014 al Laboratorio Osservatorio Piramide dell’Everest e sulle montagne nepalesi.

Gestire i rifiuti nella valle del Khumbu, grazie a un inceneritore sempre più efficiente. È di questi giorni la notizia d’agenzia riportata dalle principali testate di tutto il mondo che sono 8 i kg che ogni persona dovrà riportare al campo base dell’Everest dai campi alti secondo le nuove norme approvate dal Governo nepalese, provvedimento che aumenterà il quantitativo di rifiuti da smaltire. 55 sono le tonnellate di rifiuti prodotte ogni anno dai soli turisti al Campo base dell’Everest. Tra i rifiuti da smaltire ci sono tende, corde, vari tipi di plastiche, rifiuti organici e materiale ignifugo come bombole di ossigeno e latta gestito con la differenziazione dei rifiuti. 18,4 sono le tonnellate bruciate nel corso del 2013 dall‘inceneritore ecologico di alta quota installato a Namche Bazar da EvK2CNR in collaborazione con Eco Himal – Society for Cooperation Alps Himalaya – e il Sagarmatha Pollution Control Committee, 50 i kg/ora bruciati dall’attuale inceneritore. 200 kg/ora bruciati sono l’obiettivo verso cui puntare nella costruzione e realizzazione di un nuovo modello di inceneritore più efficiente. Nel corso del 2014 verranno apportate alcune migliorie all’inceneritore di Namche e verranno studiate in Italia modifiche al modello in uso. Obiettivo è realizzare una macchina in grado di bruciare un maggior quantitativo di rifiuti/ora, più leggera, che consumi meno e che sia più semplice da gestire. Il progetto vuole produrre risultati concreti ma anche rappresentare un modello da esportare.Un servizio medico efficiente grazie alla telemedicina e alla formazione. Mal di montagna acuto, ipotermia, problemi infettivi, ferite e traumi: sono queste le principali problematiche mediche a cui le persone che per motivi di lavoro o turismo frequentano l’alta valle del Khumbu possono andare in contro. In questo contesto garantire un servizio medico è essenziale al fine di promuovere i territori montani del Nepal. Si è conclusa la fase pilota del progetto di telemedicina promosso da EvK2CNR in collaborazione con l’ASL della Valle d’Aosta. Obiettivo è stato stabilire una connessione web tra la Piramide e il Centro di Medicina Montana dell’Ospedale della Valle D’Aosta al fine di trasmettere dati medici e parametri fisiologici e poter ricevere un consulto medico telematico direttamente in Piramide da parte di un medico dell’Ospedale. Il progetto prevede che da quest’anno il servizio di supporto medico, in una zona poco attrezzata per l’assistenza medica ma ad alta frequentazione turistica, diventi permanente. È stato poi approvato il corso avanzato di medicina promosso in collaborazione il dipartimento di neuroscienze dell’Università di Padova. Percorrendo il trekking dall’Annapurna, dal 6 al 27 di ottobre del 2014 i medici italiani e nepalesi potranno approfondire le proprie conoscenze relative al trattamento e alla prevenzione del mal di montagna.

Un Laboratorio Piramide sempre più efficiente significa più possibilità per la ricerca. Durante l’incontro è stato anche proiettato il filmato di “Cobat EvK2CNR – Top Recycling Mission”, sulla missione intrapresa lo scorso settembre da Cobat e da EvK2CNR per sostituire le batterie e i moduli fotovoltaici del Laboratorio Osservatorio Internazionale Piramide. “Abbiamo accolto questa sfida a quota 5.050 metri sul versante nepalese del monte Everest – ha spiegato il presidente di Cobat, Giancarlo Morandi – con l’obiettivo di contribuire alla salvaguardia ambientale di questo paradiso naturale, simbolo di un ecosistema perfetto. Una straordinaria missione all’interno della quale abbiamo messo a disposizione il nostro know how nel campo del recupero e del riciclo di questi rifiuti, nonché le attrezzature di ultima generazione che sono installate: batterie e pannelli fotovoltaici che garantiranno al Laboratorio energia per un nuovo, lungo periodo. La gestione del ciclo dei rifiuti e la tutela del territorio, peraltro, rappresentano due degli elementi cardine dell’azione del Consorzio e della sua rete”.

A sei mesi di distanza è possibile trarre un primo bilancio dal punto di vista energetico:
+ 29% è l’aumento medio nella produzione di energia grazie ai nuovi pannelli fotovoltaici;
+ 20% è l’aumento di produzione nelle giornate con massima disponibilità di radiazione solare;
+ 120% è l’aumento di produzione nelle giornate con minima disponibilità di radiazione solare
I dati, rilevati comparando i primi 10 giorni di marzo 2013 e 2014, mostrano la maggior efficienza nella produzione di energia dei pannelli fotovoltaici e nella capacità di accumulo delle batterie. La maggiore disponibilità energetica permetterà nel 2014 di ridurre al minimo l’uso del generatore a gasolio e di gestire strumenti ad alto consumo energetico come la nuova camera climatica per la taratura di sensori meteorologici, importante per garantire la qualità dei dati. Proseguirà la formazione del personale tecnico della Piramide per la gestione tecnica delle stazioni di monitoraggio e del laboratorio Piramide.

“Sono sempre più convinto della necessità di implementare progetti che permettano al tempo stesso di fornire dati scientifici e di realizzare azioni che impattano sul territorio. Siamo abituati a pensare ricerca e capacity building come attività totalmente separate. I 25 anni di gestione del Laboratorio Osservatorio Piramide mostrano il contrario: la scienza può innescare, anche durante la realizzazione di progetti di ricerca specifici, veri e propri processi di cambiamento sul territorio. Non mi è difficile vedere un fil rouge tra i progetti di ricerca sull’inquinamento atmosferico e la realizzazione di un inceneritore per gestire i rifiuti, o tra la recente sostituzione di pannelli fotovoltaici e la calibrazione di strumenti che permettono lo studio dei cambiamenti climatici” ha dichiarato un soddisfatto Agostino Da Polenza al termine dell’incontro.