Categorie: Editorial
Tipo di Contenuto:
Tempo di lettura: 2 minuti

Secondo l’Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD), circa il 90% dei rifiuti plastici globali viene incenerito o gettato in discarica, mentre solo il 9% viene riciclato. La situazione è ulteriormente aggravata dalle criticità legate al riciclo meccanico, la modalità di riciclo più comune. Questo metodo, infatti, non è adatto a tutte le tipologie di rifiuti plastici e provoca la degradazione strutturale del polimero, un fenomeno noto come “downcycling”. Tale processo comporta la perdita di valore del materiale, che alla fine viene inevitabilmente gettato in discarica. 

A causa di questi limiti negli ultimi anni la ricerca si è concentrata su una nuova tipologia di riciclo: quello chimico, che, al contrario di quello meccanico, permette di ottenere materiali con caratteristiche molto simili a quelle delle materie prime vergini, e può ripetersi, tecnicamente, infinite volte. Questo processo spezza le molecole che compongono il polimero, ottenendo i monomeri originali. 

Le principali tipologie di riciclo chimico includono: 

  • Depolimerizzazione chimica: produzione dei monomeri di partenza tramite una reazione chimica
  • Gassificazione: processo che permette di trattare plastica mista mediante riscaldamento in atmosfera inerte, dal processo si ottiene una miscela di idrocarburi 
  • Depolimerizzazione termica: processo ad alta intensità energetica che scompone i polimeri in molecole più semplici 

 

La filiera del riciclo chimico, che può trovare applicazione in altre filiere come il tessile e i rifiuti inorganici e indifferenziati, è ancora giovane e in continua evoluzione, con diversi impianti in fase pilota. Tuttavia, la ricerca e l’innovazione in questo settore sono rallentate da considerazioni economiche, questa pratica è infatti considerata poco remunerativa rispetto al basso costo delle materie prime impiegate per la produzione di polimeri. Nonostante ciò, i crescenti costi ambientali e sociali dei rifiuti stanno modificando questa prospettiva, portando a una crescente consapevolezza dell’importanza della sostenibilità per lo sviluppo economico a lungo termine. I principi dell’economia circolare stanno guadagnando importanza e il riciclo chimico è fondamentale per i suoi vantaggi: 

  • Valorizza i rifiuti plastici altrimenti inutilizzati 
  • Ricicla rifiuti plastici contaminati o misti che non possono essere recuperati tramite riciclo meccanico 
  • Riduce l’uso di risorse fossili e la conseguente dipendenza dall’importazione 
  • Abbassa le emissioni di CO2, eliminando quelle associate all’incenerimento e alla produzione convenzionale di materie prime 

Oltre all’efficienza, è fondamentale considerare anche l’impatto ambientale dei processi coinvolti nel riciclo chimico. Sebbene sia ancora prematuro e difficile valutare questi impatti, poiché lo sviluppo industriale è previsto tra il 2025 e il 2030, l’obiettivo è definire processi sostenibili. 

Secondo le valutazioni del Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea, il riciclo chimico dovrebbe essere utilizzato in modo complementare rispetto ad altre tecniche di riciclo. L’obiettivo è trovare l’opzione migliore in base al tipo di rifiuti, piuttosto che individuare un metodo unico superiore agli altri.

Lucia Raffaelli