Categorie: Editorial
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Lo rivela l’indagine BCW Age of Values 2023, che ha coinvolto 36.000 persone in 30 Paesi del mondo. Solo il 56%, però, riesce a seguire i propri valori nella vita quotidiana

 

Gli italiani tengono al bene comune? Secondo l’indagine condotta da una delle più grandi agenzie di comunicazione a livello globale, Bcw, la risposta è sì. Si tratta di una delle più grandi indagini mai realizzate relativamente ai valori che guidano le persone, e ha coinvolto complessivamente 36.000 cittadini di 30 Paesi, prendendo in esame i valori universali di base e misurandone la correlazione per determinare i comportamenti. Focalizzandoci sui nostri connazionali, vediamo nella parte alta della classifica si posizionano il benessere, la cura delle persone della propria cerchia, la tutela dell’ambiente e la possibilità di contare su una libera e piena realizzazione di sé. Fanno seguito il senso di sicurezza, il rispetto della tradizione, il raggiungimento del conformismo, la ricerca di nuove sfide e la ricerca del piacere personale: tutti valori che rientrano nella top 10.

Ma esiste un gap tra ciò che si vorrebbe fare e ciò che poi concretamente si fa: secondo l’indagine, solo il 56% delle persone (a livello globale la percentuale si attesta invece al 46%) ritiene di riuscire a tener fede ai propri valori nella vita quotidiana.

 

I valori della Generazione Z

 

I giovani condividono i valori degli adulti? Una parte dell’indagine si è focalizzata sui ragazzi e le ragazze nati tra il 1997 e il 2012, appartenenti alla cosiddetta Generazione Z.

Similmente ai risultati generali a livello nazionale, i giovani della GenZ sono guidati dai valori di benevolenza, universalismo sociale e autodeterminazione, a cui fanno seguito sicurezza, conservazione dell’ambiente naturale, raggiungimento del successo personale, rispetto della tradizione, ricerca di piacere personale, aderenza ad aspettative conformiste e ricerca di status sociale e prestigio. Quello che emerge è dunque è lo scenario di una generazione alla ricerca di equità, stabilità e armonia sociale che, nel complesso, si riconosce in quei valori universalmente riconosciuti come altruismo e uguaglianza. Una generazione che, però, più delle altre vuole essere padrona della propria vita. Più nello specifico, 1 su 3 ritiene importante sfruttare ogni possibilità per divertirsi, valore che tra i Millenial (nati tra il 1980 e il 1996) scende al 22% e tra gli appartenenti alla Generazione X (nati tra il 1965 e il 1979) al 14%. Discorso simile per il desiderio di vivere una vita stimolante e avventurosa: il 31% degli intervistati della Generazione Z conferma questa aspettativa, mentre la percentuale, di nuovo, scende al 17% per i Millenial e a percentuali inferiori per le altre generazioni.

 

Un confronto con il resto del mondo

L’emergenza climatica non riguarda solo l’Italia e gli italiani. A dirlo non sono i sempre più frequenti fenomeni meteorologici intensi, ma anche i dati raccolti dall’indagine Bcw, che trova in accordo tutti gli Stati del sud Europa che sono stati coinvolti nella ricerca. In particolare, anche per Francia e Spagna il preservare la natura rientra nella top 3 dei valori, ma è un dato che interessa anche Turchia e India, dove le persone avvertono l’esigenza e l’urgenza di intervenire in prima persona. Dati interessanti da mettere a confronto arrivando a tradizione, potere, successo e ricerca del piacere. Partendo dalla tradizione, vediamo che in Italia il rispetto delle usanze pesa di più rispetto alla media globale (15.5 punti sopra indice); tuttavia il primato va agli Stati Uniti, il Paese in cui la tradizione registra il maggior peso relativo. Se in Italia invece potere e successo non sembrano avere una grande importanza, agli antipodi, Corea del Sud, Cina, Singapore, India e Emirati Arabi Uniti registrano in questa categoria i punteggi più alti. Il successo personale, invece, non figura nella top 3 dei valori in nessuno dei Paesi coinvolti; tuttavia, un indice più alto rispetto alla media globale si registra in Corea del Sud, Egitto, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti.

 

Sempre parlando di successo, è interessante focalizzarsi sul quadro che emerge dal focus sulle fasce più giovani della popolazione. Rimanendo in Italia, l’affermazione personale in termini di riconoscimento sociale (33%) e successo economico (20%) interessa ai giovani della GenZ più che ai Millenial. Tuttavia, per i giovani italiani questi aspetti contano meno di quanto non contino per i coetanei nel resto del mondo. Infatti, si registra uno scarto di oltre 10 punti percentuale rispetto alla media globale, che si attesta al 44% per il riconoscimento dei propri successi e del 32% per quel che riguarda le disponibilità economiche. In particolare, potere e successo rivestono un ruolo significativo per la Generazione Z nei Paesi dove è diffuso il confucianesimo, mentre interessano meno in America Latina e nel sud Europa. Infine, parlando di piacere, l’analisi su scala globale vede in cima alla classifica i Paesi del Nord Europa, seguiti da Argentina. Un ultimo aspetto interessante che è stato indagato riguarda la fiducia nella classe imprenditoriale, le cui aspettative globali trovano riscontro anche nel nostro Paese. Nello specifico, gli italiani hanno una fiducia nel ruolo delle aziende e delle impese per fronteggiare l’emergenza globale, registrando un +6% rispetto alla media globale, per favorire una società più inclusiva (+3%) e per sostenere le persone nei disagi causati da un sempre più crescente costo della vita (+6%).

Al contrario, la Nazione che ha meno di fiducia nei confronti delle aziende è il Giappone, che registra in tutte e 4 le variabili analizzate (climate change, D&I, data protection e costo della vita) valori molto bassi.

 

di Ilaria Marciano

Fonte: https://www.lasvolta.it/8711/gli-italiani-sono-altruisti-e-hanno-a-cuore-il-pianeta?utm_source=newsletter ambiente&utm_medium=email&utm_campaign=45