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Martedì 28 marzo il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato il regolamento che dal 2035 vieterà l’immatricolazione nei paesi dell’Unione di veicoli a motore endotermico alimentati a benzina o diesel. Il pacchetto normativo è uno dei passaggi più importanti del cosiddetto Green Deal, l’ambizioso piano dell’Unione Europea contro il cambiamento climatico.

Negli ultimi mesi c’era stato un serrato dibattito nelle sedi europee, con resistenze da parte dei Paesi grandi produttori di automobili, Germania su tutti, ma anche Francia e Italia. Alla fine l’hanno spuntata i tedeschi, riuscendo a inserire una deroga: saranno consentiti i veicoli alimentati da carburanti sintetici. I cosiddetti e-fuel. La proposta italiana di includere anche i biocarburanti invece è stata respinta, se ne potrà però riparlare nel 2026 quando la Commissione europea farà il punto della situazione per controllare lo stato dello sviluppo tecnologico e industriale.

→ Cosa sono gli e-fuel?

Sono prodotti tramite idrogeno (generato con l’elettrolisi partendo dall’acqua ed energia elettrica obbligatoriamente rinnovabile) e l’aggiunta di CO₂ prelevata dall’atmosfera. Le loro emissioni quindi sono pari a zero, perché la CO₂ che fuoriesce dal veicolo è la stessa che era stata prelevata. Ovviamente però a ritmi diversi: assorbire anidride carbonica è un processo ancora molto lento. Qui tutti i tecnicismi.

Possono essere usati anche negli attuali veicoli, quindi a livello ipotetico garantirebbero la vita delle vecchie auto anche dopo il 2035.

Sono molto costosi al momento, e sperimentati quasi esclusivamente in Germania e Cile. Un litro di carburante sintetico costa tra i 20 e i 50 euro. Secondo la lobby degli e-fuel, eFuel Alliance, entro il 2035 potrebbe scendere a 70 centesimi al litro. Ma gli studi di settore dicono che solo il 3% del parco auto europeo alla fine li userà.

Sono poco “efficienti” per il grande dispendio energetico lungo tutto il percorso per produrli e usarli. A confronto un veicolo elettrico consuma 5 volte meno energia a parità di chilometraggio.

→ E cosa sono i biocarburanti?

Qui è più facile: sono prodotti dalle biomasse. Mais, soia, colza, girasole, oli vegetali di origine industriale, scarti della lavorazione del legno o concimi di origine animale. L’Ue non li accetta perché generano comunque emissioni di gas serra e la produzione di biomasse consuma terreno ed entra in competizione con l’industria alimentare. Già oggi per la produzione di biodiesel e bioetanolo consumato nella sola Unione Europea vengono impiegati 14 milioni di ettari di terreno coltivato: praticamente una superficie delle dimensioni della Grecia.

di Nicolas Lozito <nicolaslozito@substack.com>