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Ottenere un efficace strumento per contrastare le conseguenze spesso drammatiche del cambiamento climatico è l’obiettivo di Smile, progetto che, con le risorse dell’intelligenza artificiale e l’impiego di droni, è finalizzato ad approntare un innovativo sistema di monitoraggio sulle infrastrutture dedicate a mitigare il rischio idrogeologico.
Si tratta di uno dei sei progetti di ricerca che Fondazione Caript sostiene attraverso l’edizione 2023 del bando Ricerca Applicata e Innovazione Aziendale. Il bando è realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo ed è incentrato sul trasferimento all’interno delle aziende, migliorandone prodotti e processi produttivi, delle conoscenze acquisite nelle università o in centri di ricerca.
Nel caso di “Smile”, proposto da I.G.C. Impresa Generale di Costruzioni con responsabile scientifico il professor Andrea Masiero del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Firenze, il risultato della ricerca metterà a disposizione del territorio un modello analitico avanzato per rilevare la presenza e la posizione precisa di eventuali danni o per evidenziare la necessità di opere di manutenzione sulle infrastrutture per ridurre il rischio di frane ed esondazioni.
I.G.C, che si occupa di costruzioni, potrà ampliare il proprio core business, ad esempio fornendo servizi di ricostruzione.
Sempre in ambito ambientale è Model sustainable farming, progetto di ricerca per sviluppare metodi di certificazione della sostenibilità delle produzioni agricole. Il progetto è stato proposto dalla cooperativa agricola D.R.E.Am Italia, con responsabile scientifico il professor Marco Bindi del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie dell’Università di Firenze.
La simulazione dei flussi di acqua e di anidride carbonica è lo strumento utilizzato per elaborare un modello in grado di fornire stime dettagliate della produttività delle colture agricole, rilevandone l’impatto.
I risultati saranno a servizio di settori come il vivaismo, l’olivicoltura e la coltura di ortaggi nella Piana, la gestione delle foreste e gli allevamenti della montagna pistoiese.
Un prodotto alimentare identitario del territorio, il brigidino di Lamporecchio, è invece al centro del progetto proposto dall’azienda Rinati, con responsabile scientifico il professor Bruno Zanoni della facoltà di agraria dell’Università di Firenze.
Nonostante l’incontestabile successo riscosso da questo tradizionale dolce, la cui origine risale al Rinascimento, caratteristiche organolettiche e fragilità ne rendono problematica la diffusione fuori dai confini regionali.
Proprio a risolvere queste criticità è rivolta la ricerca sostenuta da Fondazione Caript, con positive ricadute attese sul centinaio di operatori della provincia di Pistoia che commercializzano brigidini, per una produzione annua di circa 220 tonnellate.
Inoltre, il bando sulla ricerca, che ha un budget complessivo di 145mila euro, sostiene altri tre progetti già avviati: uno studio nell’azienda Vannucci Piante per migliorare la qualità delle produzioni riducendo il consumo idrico; una ricerca per individuare quali sono le caratteristiche che determinano la capacità di resilienza delle imprese del settore manifatturiero con Saperi srl, società di servizi che fa capo a Confindustria Toscana Nord; lo studio, sviluppato nell’azienda agricola Le Roncacce di Cutigliano, sull’impiego dell’olio essenziale ricavato dal timo.