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Aton è un’azienda innovativa con headquarter a Villorba, nel Trevigiano, operativa nel settore digitale-informatico, che occupa circa 240 persone (il fatturato del 2023 è stato di 22,8 milioni di euro). L’azienda è impegnata nello sviluppo di soluzioni e servizi per la trasformazione digitale sostenibile delle vendite omnichannel e dei processi di tracciabilità e supply chain aziendale. Tra i clienti, top player nel settore del fashion e del retail, dell’industria, della grande distribuzione organizzata e del settore oil & gas. Fondata da Giorgio De Nardi, fin dalla nascita, nel 1988, la sua missione è crescere insieme all’ecosistema di collaboratori, clienti, partner, ambiente e comunità, realizzando profitti crescenti, etici e sostenibili. Humane Magazine ha intervistato Giorgio De Nardi in occasione della presentazione dei risultati dall’atonAcademy, pensata per formare l’ecosistema di cervelli che ruota attorno all’azienda.

Partiamo dall’inizio, cosa significa per Aton creare una propria Academy, non basta affidarsi a chi si occupa di ricerca personale?

“La nostra strategia è di medio e lungo periodo, abbiamo deciso di cambiare il paradigma di ricerca di nuovi collabortori. Crediamo che la formazione sia fondamentale e che l’integrazione nel quadro di valori aziendali venga prima dell’operatività. Per questo siamo alla seconda edizione della nostra Academy, la prima ha visto l’assunzione di tre nuovi collaboratori in un percorso formativo online, aperto a tutti e completamente gratuito per acquisire le competenze più richieste dal mondo del lavoro nell’ambito della trasformazione digitale sostenibile. Nel corso della prima edizione di .atonAcademy sono state rilasciate oltre 750 certificazioni a circa 270 partecipanti e nella seconda gli iscritti sono raddoppiati”.

Per questa seconda edizione l’idea è di formare i nuovi “user Support internazionali dell’azienda”, ossia le figure che danno servizio ai clienti in tutto il mondo. Che figura è?

“Abbiamo bisogno di un customer care evoluto, persone fisiche e gemelli digitali guidati da manuali di conoscenza elaborati con l’intelligenza artificiale e capaci di fornire informazioni e assistenza tecnica informatica a brand mondiali del fashion & luxury, segmento in forte crescita per l’azienda. Abbiamo realizzato chatbot (assistenti digitali) con lo scopo di aiutare i nostri colleghi del team service desk internazionale, a supporto del retail, a consultare la documentazione in modo rapido e fornire risposte all’utente. Questo si traduce in team di lavoro capaci di lavorare 24 ore al giorno su più fusi orari diversi, capaci di risolvere le situazioni bloccanti in velocità e sicurezza. Faccio un esempio: se durante le feste di Natale in un negozio di moda si blocca la cassa per problemi tecnici, si fermano le vendite. Noi siamo in grado di farlo ripartire da remoto in pochi minuti, ovunque sia nel mondo”.

Che requisiti devono avere questi consulenti digitali?

“Unico requisito essenziale è la conoscenza di una o più lingue tra francese, spagnolo, tedesco oltre ad italiano ed inglese. La nuova edizione di atonAcademy conferma la propensione internazionale del gruppo, che oggi occupa persone di 18 nazionalità diverse: c’è chi lavora anche in smart working da Barcellona, in Sudafrica o come nomade digitale o moderno globetrotter. Il progetto “atonAcademy”, realizzato in collaborazione con Guilds42, associazione no profit che disegna percorsi di formazione digitale, si ispira al modello rinascimentale delle botteghe dei maestri d’arte e offre una combinazione unica di formazione, certificazioni, affiancamento ed esperienza in azienda”.

Dunque in azienda avete una visione di sviluppo collegata all’Umanesimo?

“L’Umanesimo guida da sempre la nostra visione positiva del futuro: valorizzare le persone mettendo le tecnologie al loro servizio e non viceversa. Se uniamo la crescita umana e lo sviluppo delle competenze professionali, come facevano i maestri d’arte Verrocchio e Leonardo nelle loro botteghe, alla diffusione di una cultura d’impresa fondata sui valori, possiamo davvero fare la differenza nel mondo del lavoro e raggiungere un’innovazione sempre più sostenibile”.

Superati i test e la formazione pratica i candidati hanno l’opportunità di ricevere un’offerta di lavoro in Aton? Quali sono i numeri e i risultati di questa seconda edizione dell’Academy?

“Abbiamo raccolto 520 CV di utenti registrati, tra di loro 272 hanno iniziato il percorso formativo (iscrivendosi al Cluster e visionando almeno un corso, anche se non completato), e 160 hanno completato almeno un corso ottenendo la certificazione. Le certificazioni completate sono state 1.340, con una media di circa 8 corsi completati per utente. Rispetto alla prima edizione, abbiamo raddoppiato i numeri, ottenendo una maggiore redemption finale.  Abbiamo infine selezionato le migliori tredici persone, quelle più preparate e promettenti, che porteremo in azienda per capire quali scegliere per l’assunzione, anche in base alla loro capacità di integrarsi coi valori aziendali. Abbiamo già oggi un fabbisogno di sei figure”.

Infine, nella vostra mission aziendale c’è anche l’impegno collegato al green e all’inclusione. Come si esplica?

“Nel 2021 siamo diventati Società Benefit, integrando nel nostro statuto obiettivi sociali (People), ambientali (Planet) oltre che economici (Prosperity). Nel 2023 siamo entrati a far parte della community delle aziende B Corp che si impegnano in un percorso di miglioramento continuo per trasformare il sistema economico globale. Investiamo moltissimo sui giovani e contiamo che i nuovi atopeople che inizieranno a collaborare con noi possano aiutarci a proseguire in questo percorso con sempre maggiore successo”.

di Isabella Zotti Minici