Categorie: Editorial
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Il riscaldamento globale è e sarà una delle sfide significative di questo decennio. I Paesi dell’UE, secondo la legge europea sul clima del 2019, dovranno infatti ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, con l’obiettivo finale di rendere l’UE neutrale dal punto di vista clima5co entro il 2050.

L’aumento delle temperature medie, l’innalzamento del livello dei mari, l’acidificazione degli oceani, la ricorrenza intensificata degli eventi meteorologici estremi e la perdita di biodiversità, stanno tuttavia causando il raggiungimento di quelli che vengono chiamati “Climate topping points (CTPs)”. Definito come “una soglia critica in cui una piccola perturbazione può alterare qualitativamente lo stato o lo sviluppo di un sistema”. Il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) ha identificato diversi punto critici, ma i seJe che verranno superati con maggiore probabilità nel corso di questo secolo se non riusciremo a limitare il riscaldamento al di soJo degli 1.5 °C sono:

• Scioglimento di ampi strati di ghiaccio in Groenlandia

• Scioglimento del Permafrost

• Rallentamento delle correnti oceaniche atlantiche (AMOC)

• Aumento intensità dei monsoni

• Disboscamento delle foreste amazzoniche

• Scioglimento dei ghiacci in Antartide

• Moria di barriere coralline

Nei decenni passati, il riscaldamento globale è stato oggetto di crescente preoccupazione a livello internazionale, con la creazione di accordi globali come il Protocollo di Kyoto e l’Accordo di Parigi. Ciononostante, l’attuale obiettvo di mantenere l’aumento della temperatura globale ben al di soJo di 2°C non è vincolante per nessuna nazione, e mancano azioni concrete da parte di tutti i settori della società civile per evitare il raggiungimento di questa soglia.

Per spingere i decision makers ad attuare poli5che volte a quella che viene denominata “transizione verde” il coinvolgimento dei giovani è diventato un elemento cruciale. Le nuove generazioni, specialmente quella che viene definita “generazione Z”, stanno dimostrando una crescente consapevolezza e attenzione su queste tematiche. Sentimenti che si sono tradoti in una mobilitazione mondiale senza precedenti. Attraverso proteste, manifestazioni e campagne di sensibilizzazione, i giovani stanno facendo sempre più sentire la loro voce. Questo coinvolgimento ha senza alcun dubbio portato a una maggiore attenzione da parte dei decisori politici e degli imprenditori verso l’importanza di affrontare con decisione gli effeD del cambiamento climatico. Negli ultimi anni sono aumentate considerevolmente anche le iscrizioni alle facoltà universitarie dell’area S.T.E.M. (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), secondo un rapporto del Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR) rappresentano ormai il 30% delle nuove immatricolazioni, dietro solamente all’area economica/giuridica/sociale (35%). Specificatamente, i corsi di laurea su tematiche ambientali sono molto più diffusi e gettonati nelle università italiane. Alcuni di questi sono stati creato ex novo, altri sono corsi già esistenti, ma adattati alle nuove esigenze. Il numero di corsi e studenti iscritti è però destinato ad aumentare ancora, dato che in quasi tutti i settori economici sta permeando l’importanza di una rapida transizione verso pratiche più sostenibili. Per esempio nel settore della moda, dove molte aziende stanno lavorando duramente per aderire ai principi dell’economia circolare (riciclo e riuso), o nel settore automotive, dal 2035 infatti non potranno più essere vendute auto con motore a benzina o diesel. I giovani sono quindi spesso in possesso di mezzi all’avanguardia nell’identificazione e nell’attuazione di soluzioni sostenibili, spingendo l’innovazione, promuovendo l’uttlizzo di fonti energetiche rinnovabili e pra5che di consumo più eco-sostenibili.

Un altro fattore importante è l’influenza sul mercato delle nuove generazioni con le loro scelte di consumo. La crescente domanda di prodotto fabbricati con materiali che non nuocciono all’ambiente sta spingendo molte aziende a rivedere le loro strategie di marketing, per soddisfare queste richieste e ridurre l’impronta ecologica dei loro prodotto.

Adottare pratiche aziendali sostenibili non solo è etico, ma può anche portare a importanti benefici economici, contribuendo alla redditività e alla longevità futura delle imprese. Inoltre, le imprese che saranno meglio posizionate per affrontare queste sfide potranno cogliere importanti opportunità economiche a medio-lungo termine.

Per concludere, coinvolgere i giovani nei processi decisionali sarà un elemento chiave per affrontare gli effeD già in aJo del riscaldamento globale e accelerare la transizione verso un’economia più sostenibile. La loro voce, le loro azioni e le conoscenze che stanno acquisendo potranno contribuire in modo significativo a cambiare la prospettva con cui la società affronta queste sfide e come il settore industriale si dovrà adattare per rispondere alle esigenze di un mondo che è sempre più consapevole degli effeD dramma5ci del cambiamento clima5co.

Maggiori informazioni e bibliografia ai seguenti indirizzi:

• OECD (2022), Climate Tipping Points: Insights for Effecttve Policy Action, OECD Publishing, Paris, https://doi.org/10.1787/abc5a69e-en

https://www.morningfuture.com/it/2022/09/28/corsi-di-laurea-green-transizioneecologica/

https://www.consilium.europa.eu/en/policies/climate-change/

 

di Pietro Boniciolli