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Più di cento cani da ricerca e migliaia di soccorritori da tutto il mondo sono già nelle zone colpite dal terremoto in Turchia e Siria e altri sono in viaggio. In totale, i Paesi europei hanno offerto finora 1.185 soccorritori e 79 cani da ricerca per aiutare nelle operazioni di ricerca e salvataggio dopo il forte sisma che lunedì mattina, prima dell’alba, ha colpito la Turchia sudoccidentale e il nord della Siria. E’ la stessa Commissione Europea a precisare che i numeri potrebbero aumentare ulteriormente. Dopo l’attivazione del meccanismo di protezione civile dell’Ue da parte della Turchia, 19 stati membri dell’Ue (Austria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Cechia, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia , Slovenia e Spagna), insieme ad Albania e Montenegro, hanno offerto squadre in coordinamento con il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’Ue e le autorità turche. Arrivano aiuti e unità cinofile anche dalla lontana Taiwan, da Usa e Uk, dall’India e dalla Svizzera. Venticinque squadre di ricerca e soccorso si stanno dirigendo verso le aree più colpite in Turchia per aiutare i primi soccorritori sul campo e di queste 11 sono già arrivate. In Siria, l’Ue è in contatto con i suoi partner umanitari sul campo e finanzia organizzazioni umanitarie che svolgono operazioni di ricerca e soccorso, fornendo al contempo acqua e servizi igienico-sanitari e distribuendo coperte e articoli per l’igiene nelle zone colpite. L’embargo che colpisce il paese, le tensioni politiche, il clima avverso e le strade devastate dal sisma, le continue scosse e un unico varco aperto dalla Turchia verso la Siria sono tutte condizioni che non facilitano le operazioni di soccorso nei territori governati da Damasco.