Tempo di lettura: 3 minuti

Si chiama Life Climate Positive, il nuovo progetto tutto italiano, accolta dall’Europa che l’ha finanziato per i prossimi cinque anni, grazie agli oltre 3 milioni di euro del programma Life.

Puntare alla valorizzazione dei servizi eco-sistemici forestali e dei crediti di carbonio certificati, acquistabili in maniera volontaria dalle imprese, per la compensazione delle emissioni, attraverso un approccio di monitoraggio analitico che comprende dei percorsi formativi, la comunicazione e la disseminazione tra le associazioni forestali e i territori coinvolti nel progetto, per una gestione forestale più sostenibile. Questo l’obiettivo del progetto, tutto italiano,

Life Climate Positive, finanziato grazie ai fondi di Life dall’Unione europea. Coinvolti il Comune di Luvinate, Etifor, Crea – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, Fsc Italia – associazione che si occupa della certificazione sostenibile delle filiere forestali, Regione Lombardia, Ersaf – Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste, Walden – startup piemontese che opera nella valorizzazione territoriale ed Eticae – società cooperativa che offre consulenza e formazione sulla gestione etica d’impresa e sostenibilità.

Crediti di carbonio: la realtà italiana In Italia i crediti di carbonio cominciano a essere una strategia conosciuta: la soluzione è il mercato volontario. La pandemia ha innescato la più grave contrazione globale dalla Grande depressione e il crollo più veloce dei mercati azionari dal 1987. Il credito di carbonio diventa un’unità di carattere finanziario. Si sta acquisendo maggiore consapevolezza e sensibilità, anche da parte delle istituzioni e delle aziende, sull’importanza della riduzione delle emissioni di CO2.

L’emergenza virus non ha distolto l’attenzione dall’emergenza climatica. È infatti successo esattamente il contrario e la riallocazione dei capitali ha subito un’accelerazione ancora più rapida. Le aziende devono pensare a dei piani che favoriscano la compatibilità del proprio modello di business con un’economia a zero emissioni, nella logica della Responsabilità Sociale d’Impresa (Corporate Social Responsibility o Csr) e in linea con l’aspirazione globale di arrivare a zero emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050.

La forestazione, urbana ed extraurbana, oltre che etica e sostenibile, può essere anche un mezzo utile per fare economia, se gestita opportunamente. Secondo i dati del Forest trend impact report 2021, i crediti di carbonio generati dal settore agro-forestale venduti nel mercato volontario internazionale hanno addirittura superato quelli generati complessivamente, segno che la domanda è in forte ascesa. Il Network for Greening the Financial System (Ngfs 2021) ha stimato che la domanda di crediti di carbonio aumenterà di ben 15 volte nel 2030 e di 30 volte nel 2050.

Ogni cittadino, impresa e Stato deve attivarsi per ridurre la propria impronta ecologica e contribuire a limitare il riscaldamento globale. Se si vuole rispettare l’obiettivo 13 dell’Agenda Onu per il 2030, è la direzione da seguire. È necessario considerare il passaggio virtuoso dal carbon neutral al climate positive, utilizzando l’energia prodotta dalle attività industriali, per generare delle risorse da mettere a disposizione della collettività. La proposta di uno standard europeo Sono quattro i criteri al vaglio dell’Europa sulla base della proposta di regolamento, per un primo quadro volontario a livello europeo, per certificare in modo affidabile la rimozione di carbonio: quantificazione, addizionalità, stoccaggio a lungo termine e sostenibilità.

Maggiore trasparenza e parametri condivisi, a questo punta l’Europa che, quindi, si impegna a sviluppare un sistema di certificazione del carbon farming declinato su misura per differenti tipi di attività, con il supporto tecnico di un gruppo di esperti. Un meccanismo di certificazione rigorosamente standardizzato, consentirebbe di incentivare l’aumento dei metodi di riduzione delle emissioni nell’Ue per contribuire a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Un monitoraggio, una rendicontazione e una verifica rigorosi, oltre alla divulgazione pubblica dei crediti utilizzati nei mercati volontari può contribuire a evitare il doppio conteggio, rafforzando così la fiducia del pubblico e i benefici per il clima.

Il tema del carbon removal interessa trasversalmente tutte le politiche europee e ciò significa che differenti programmi e bandi europei possono finanziare delle idee progettuali a favore del clima e dell’ambiente: come la Pac per i suoli agricoli, ma anche la Politica di Coesione con i suoi programmi di cooperazione interregionale e Interreg. Poi c’è il fattore ricerca, la scienza applicata, al servizio anche dell’ambiente con Horizon Europe che può finanziare, oltre alle buone pratiche di carbon, le risorse aggiuntive utili al monitoraggio, alla comunicazione e alla verifica dei progetti.

Fonte: https://www.greenplanner.it/2023/01/19/life-climatepositive-soluzione-virtuosa-per-salvare-ambiente-e-clima/