Categorie: Editorial
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Le scuole di moda tengono il passo? 
Se una delle industrie più sporche del mondo vuole ripulire il suo lavoro, le scuole di moda dovrebbero essere le prime a stare al passo. La prossima generazione di designer, merchandiser, buyer e manager dovrà essere formata e farsi trovare preparata per la transizione verso un settore sostenibile.
Attualmente esistono solo una manciata di programmi di studio sulla moda sostenibile. La sostenibilità non riguarda solo la scelta di tessuti più ecologici, ma l’intera catena della fornitura. La sostenibilità non è solo individuare gli impatti ambientali della moda, ma anche quelli sul lavoro e sulle comunità. I futuri designer dovranno quindi concentrarsi sui principi di responsabilità nell’approvvigionamento etico delle materie prime e sulle sfide di sostenibilità nella produzione di abbigliamento, analizzando a fondo anche la logistica e gli standard di produzione.

Sebbene il desiderio di ripulire il mercato della moda sia in crescita, sia dal lato della produzione che da quello del consumo, Pulse of the Fashion Industry 2019 racconta una storia diversa. Il rapporto – a cura di Global Fashion Agenda, Boston Consulting Group e Sustainable Apparel Coalition – ha rilevato che i progressi sulla sostenibilità nel comparto specifico vanno ancora al rallentatore.

C’è carenza di persone qualificate per condurre iniziative sostenibili. E questo è un problema che si auspica le nuove classi di designer potranno aiutare a risolvere. La sostenibilità resta ancora “un concetto astratto” per la maggior parte degli studenti delle scuole di moda e dei professionisti del settore, che dev’essere resa riconoscibile considerando ogni singolo aspetto della catena di fornitura. In che modo i rifiuti tessili influenzano il pianeta? Come possiamo ridurre, riutilizzare, riciclare e aderire all’economia circolare? Come possiamo spingere verso un abbigliamento di qualità che le persone vogliano mantenere più a lungo? Queste sono tutte domande che dobbiamo rivolgere ai futuri designer e ai leader del settore della moda.

I designer determinano il ciclo di vita di un capo di abbigliamento, e possono decidere quale sarà la sua vita una volta realizzato e dopo che il consumatore avrà deciso di dismetterlo. Formare gli studenti a progettare un capo di abbigliamento in modo che possa essere facilmente riciclato o riutilizzato aiuta a garantire che le aziende di abbigliamento di domani contribuiscano ad una vera economia circolare.
Solo pochissimi studenti di design stanno seriamente considerando elementi di sostenibilità nei loro piani di lavoro post-lauream, mentre purtroppo la maggior parte è rassegnata ad un fallimentare status quo. Ecco perché c’è bisogno di più corsi nuovi per continuare a ricordare alle persone l’importanza della sostenibilità. Gran parte del lavoro per educare il pubblico, gli studenti e i marchi sull’importanza della sostenibilità nella moda proviene infatti dall’esterno dei sistemi scolastici.

La Ellen MacArthur Foundation, ad esempio, ha collaborato con una serie di marchi e corsi universitari per incoraggiare la transizione verso un’economia circolare, riconoscendo la necessità di allontanarsi da un modello di produzione e consumo “usa-spreca”. Attraverso risorse online e collaborazione con università di tutto il mondo, la fondazione fornisce agli studenti conoscenze e competenze per costruire una società e un’economia basate sui concetti di sostenibilità ed economia circolare, che rappresentano il centro dei loro valori.

Tuttavia, più scuole e università devono riconoscere il futuro del business e delle forze del cambiamento, formando studenti responsabili e specializzati. Ho partecipato a diversi summit sulla sostenibilità nel settore della moda, e rimango sempre sorpreso nel vedere che i leader dell’istruzione stanno ancora parlando, quando va bene, d’introdurre  qualche corso di sostenibilità invece di dimostrare interesse per una fase innovativa di programmazione curricolare.

Tessuti rigenerati, upcycling, riciclaggio e modelli di business slow fashion dovranno infatti, quanto prima, diventare gli elementi centrali dei programmi dei corsi specifici di moda, in modo che gli studenti possano portare queste pratiche in un settore completamente rinnovato. Con gli scienziati che suggeriscono che ci restano 10 anni  per piegare la curva della crisi climatica, abbiamo bisogno subito di tutti, compresa la prossima generazione di leader del settore della moda.

 

David Ariel
Partner associato RJF esperto di fashion branding