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Luca Toscano, l’under 30 che realizza effetti speciali per l’Eurovision e i concerti di Laura Pausini

A maggio dello scorso anno sul palco del PalaOlimpico di Torino si è tenuto l’Eurovision Song Contest, il prestigioso concorso canoro europeo. All’evento si sono esibiti anche Mahmood e Blanco con la loro Brividi, canzone vincitrice di Sanremo 2022, che ha frantumato ogni record di ascolti. Alla fine l’edizione è stata vinta dal gruppo ucraino Kalush Orchestra, con la canzone Stefania. Ma a far brillare ancora di più le decine di artisti di livello internazionale che hanno preso parte a quello show è stato un giovane napoletano di 26 anni, Luca Toscano, il re degli effetti speciali, che nel 2015 ha fondato Artech, gruppo che si compone di diverse società che offrono soluzioni spettacolari ed effetti speciali per lo show-business.

 

Da X Factor al Colosseo

L’Eurovision è solo uno dei tanti eventi che portano la sua firma: i suoi effetti speciali hanno infatti animato i concerti del cantante colombiano Maluma e quello di Alessandra Amoroso a San Siro, Tutto accade. Nel 2021, insieme all’azienda olandese Crowdled, ha anche illuminato l’Ahoy Rotterdam Arena, con quasi 30mila braccialetti led. “Per quanto riguarda la televisione”, aggiunge Luca, “abbiamo curato per la Rai gli effetti speciali de L’anno che verrà, di Scherzi a Parte per Mediaset, della stagione 13 e 16 di X Factor, della finale di Italia’s Got Talent 9 e 10. E, per Disney, abbiamo realizzato il primo volo con droni sul Parco archeologico del Colosseo”. Coriandoli digitali, ventilazioni di vario tipo, odori, fiamme, effetti di svelamento, laser sono solo alcuni dei servizi offerti dall’azienda.

Per dare un’idea di quello di cui stiamo parlando, per realizzare gli effetti dell’Eurovision sono state utilizzate più di 20 fiamme, 33 macchine del fumo, 20 lanciatori di CO2, 19 macchine delle scintille, 19 postazioni da cui venivano sparati migliaia di pirotecnici teatrali. Durante i test, prove e show sono stati consumati più di 740 bombole di CO2, 1.228 litri di fluidi infiammabili, 21 chili di gas infiammabili, 310 litri di liquidi per il fumo basso, 220 litri di liquidi speciali del fumo, 110 chili di coriandoli e 2.878 colpi pirotecnici. “Tutte le tecnologie che proponiamo soddisfano alti standard internazionali di sicurezza e affidabilità”, ci tiene a precisare.

I numeri di Artech

Ma al di là dei numeri, seppur emblematici, ciò che piace di più a Luca è il livello di personalizzazione dei servizi. “Realizziamo effetti speciali su misura, in base alle esigenze delle aziende. E non lavoriamo solo a grandi eventi musicali, ma anche a livello corporate con i brand della moda, dell’automotive, dell’healthcare”, spiega. “Ho fondato Artech proprio per fornire e creare tecnologie che mettano in scena l’immaginario dei nostri clienti”.

Oggi il suo gruppo collabora con partner internazionali come Le Mark Group, CrowdLed, Dronisos, The Linde Group, Kvant Show Production. E possiede tre sedi: una a Napoli, una a Milano e una a Miami. Il suo fatturato aggregato è salito a 6,5 milioni di euro, cifra che include i risultati anche dei ‘rami’ Artled (nata nel 2020 per i progetti speciali in ambito video) e Scenoluminoso (nata nel 2021 per attività di scenografia luminosa, soluzioni creative ad alto tasso tecnologico con luce led). “Un traguardo importante se si pensa alle circostanze pandemiche, alla crisi delle materie prime e delle componenti elettronici e alle criticità logistiche”.

La storia di Luca Toscano

Un traguardo importante, soprattutto, considerando che tutto iniziò quasi per caso. Determinato e sicuro di sé, Luca, quando racconta la sua storia, ha il piglio dell’imprenditore navigato. Figlio di due biologi marini della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e cresciuto tra le vie di Pozzuoli, ha mosso i suoi primi passi nel 2006, a nove anni, quando su Second Life ha iniziato a coordinare eventi virtuali i cui proventi economici, però, erano reali. “Essere nel mondo dei ‘piccoli’ mi è sempre stato stretto, ho mentito sulla mia età fino ai 18-19 anni”, racconta Luca, che ormai ha alle spalle più di 15 anni di esperienza nel settore. “Second Life era il modo per poter essere ciò che volevo e dare sfogo alla fantasia: ci passavo giornate intere. La mattina fingevo di stare male per non andare a scuola e restare in quel mondo virtuale”. Tuttora conserva gelosamente tutti i contenuti prodotti, le collaborazioni con le multinazionali e le personalità del mondo reale. “Un giorno mi piacerebbe raccontare quel momento della mia vita così singolare”.

Negli anni la sua passione per l’organizzazione degli eventi è diventata sempre più forte, fino a soppiantare gli ondivaghi sogni da bambino. “Da piccolo volevo diventare commissario di polizia e poi pubblico ministero”, ricorda con un sorriso. “A 11 anni poi ho maturato la scelta di diventare un organizzatore di eventi”. Grazie a persone che hanno creduto in lui, in seguito, tra il 2010 e il 2014, ha iniziato a organizzare concerti, feste private ed eventi di ogni tipo. E a 18 anni è stato il più giovane hosted buyer d’Italia alla Btc e alla Bit per il settore fieristico.

Effetti speciali

Come nei più classici dei romanzi degli startupper tech della Silicon Valley, anche Luca ha avuto il suo garage deposito di 20 metri quadrati, oggi diventati migliaia di metri tra Napoli, Milano e Miami. “La crescita è stata graduale, credo di non aver saltato nessun passaggio”. E poi è arrivata l’illuminazione. “Compravo effetti speciali per gli eventi dei nostri clienti. Era sempre difficile reperirli da Roma in giù così ho deciso di iniziare a fare una ricerca. Quello che ho scoperto è che c’era un mondo dietro questo settore. E ho intravisto un’opportunità”. Un vuoto, insomma, che Luca ha deciso di riempire fondando Artech Fx (dove Fx sta per effects). “Quando ho iniziato nel 2015 pensavo che sarebbe stato solo un business temporaneo e che sarebbe rimasto confinato alla mia regione, o probabilmente al Sud Italia”. Invece da quel momento è stato un susseguirsi di successi e Luca si è ritrovato a lavorare per clienti di ogni tipo in 39 paesi e tre continenti diversi.

Ovviamente non sono mancate le difficoltà, soprattutto per quanto riguarda il lato finanziario dell’impresa. “Ho toccato con mano l’impossibilità di accedere al credito per sviluppare il business. Non sono riuscito subito a trovare realtà di consulenze ‘pratiche’. E non ho usufruito di nessuno strumento di finanza agevolata. Ho pagato però (anche economicamente) tutta la mia inesperienza sulle tematiche finanziarie e aziendali, imparando a mie spese cosa significhi affidarsi a persone poco competenti”.

“L’unica regola è che non ci sono regole”

Luca ha dovuto anche affrontare la pandemia da Covid, che inevitabilmente ha colpito in maniera dura anche il settore delle fiere e degli eventi. Ma, allo stesso tempo, ha rappresentato un’occasione per staccare il piede dall’acceleratore e riorganizzare con calma le varie strategie aziendali. “Si è fermato il mondo e questo mi ha dato quell’attimo di respiro di cui avevo bisogno. Come ho dormito i primi giorni di lockdown non penso dormirò più per molto tempo”.  Un riposo durato però poco. “Ne ho approfittato per ridisegnare tutti i processi, richiedere consulenze da remoto e riunire il team per più di un mese”, ricorda. E per ragionare su come allargare il business. “Sono sempre stato consapevole dell’importanza di stabilire partnership che diano valore aggiunto alla realizzazione di un’idea: dal 2020 mi sono cimentato nell’attività di business angel, contribuendo a far nascere startup come Artled e Scenoluminoso, guidate rispettivamente da Sossio Pezzella e Pietro Toppi”.

Oggi Luca è anche un imprenditore più maturo rispetto al ragazzo che navigava su SecondLife. E ha una sua cultura aziendale ben definita che cerca di trasmettere ai suoi dipendenti e collaboratori. “Ho letto il libro del fondatore di Netflix, Reed Hastings, Rules no Rules, e cioè l’unica regola è che non ci sono regole. Loro ci hanno studiato parecchio su questo, mentre noi non avevamo regole perché non avevamo mai avuto il tempo di darcele. Correvamo e non avevamo tempo di strutturare bene i nostri processi. E quindi la mancanza di regole ha creato una sorta di cultura dell’auto-controllo, in cui tutti agiscono nell’interesse dell’azienda, che sentono propria”. In ogni caso, quello che conta, continua Luca, è la coesione del team. E un’azienda dove nessuno abbia soggezione a criticare il capo quando necessario.

Le prossime tappe

“È proprio vero che il successo di un progetto si basa tutto sul team”, sottolinea. “Non ho mai risparmiato tempo nel cercare le persone adatte a quello di cui avevo bisogno. È stato difficile, non le ho incontrate subito, ma non mi sono arreso, ho sempre continuato e continuo a cercare”.

E uno degli obiettivi per i prossimi mesi è proprio quello di ampliare il team. “Stiamo ricevendo ogni giorno un altissimo numero di richieste da parte dei clienti, sia in Italia che all’estero. E vogliamo servirli al meglio”, spiega. Ma di carne al fuoco ce n’è parecchia. “Abbiamo appena terminato i concerti di Laura 30 con Laura Pausini, un progetto unico composto da tre concerti in 24 ore tra New York, Madrid e Milano”, svela Luca. “Lavoreremo anche al tour italiano di Marco Mengoni con LaTarma e Live Nation Italia. E poi anche a tanti progetti corporate, celebrazioni, attività promozionali (quest’anno compiono gli anni tantissime aziende d’eccezione) che non posso ancora svelare”. Non resta che aspettare che si alzi il sipario.

 

Fonte: https://forbes.it/2023/03/10/luca-toscano-under-30-diventato-re-effetti-speciali/