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tock ittici quasi completamente sovra sfruttati e protezione delle aree marine minima: servono misure sistemiche per tutelare il mare e le sue risorse, fonte di valore socio-economico. È quanto emerge dal Rapporto ASviS 2022.   

Una panoramica sul Goal 14: a che punto siamo

Il Rapporto ASviS 2022sottolinea come le politiche italiane continuino a mostrare un’attenzione marginale ai Target del Goal 14 “Vita sott’acqua” e al recupero del ritardo nell’attuazione della Strategia marina. Positiva è stata l’approvazione delle Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare (Legge “SalvaMare”) che promuovono il recupero dei rifiuti in mare pescati accidentalmente.

Inoltre, il Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali – Mipaaf (ora diventato Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentaree delle foreste – Masaf), ha divulgato il programma Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (Feampa) 2021-2027 e la proposta del Piano nazionale strategico acquacoltura (Pnsa) 2021-2027. L’Italia dispone di 518 milioni di euro per supportare la pesca e l’acquacoltura sostenibile e alleviare la pressione sugli stock ittici, che nel 91,4% dei casi si trovano in stato di sovra sfruttamento. Si tratta di una questione particolarmente urgente, considerato che secondo il Sustainable development solutions network il nostro Paese è tra le peggiori dieci nazioni al mondo per la pesca da stock ittici collassati o sovra sfruttati.

Un’altra criticità evidenziata nel Rapporto riguarda l’estensione delle aree marine protette italiane, pari solo all’1,7% delle acque territoriali: un dato lontano dall’obiettivo europeo di proteggere il 30% delle aree marine, di cui il 10% con forme rigorose, entro il 2030. Anche per questo, rileva il Rapporto, sono stati discussi nuovi strumenti strategici, quali il Piano per la transizione ecologica (Pte), che richiama l’investimento del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per raggiungere il 90% dei sistemi marini e costieri mappati e monitorati e il 20% restaurati entro il 2026, e la proposta di una Strategia nazionale per la biodiversità (Snb).

L’Europa e il Goal 14

Per il Goal 14 non è stato possibile calcolare l’indicatore composito per i Paesi europei a causa della mancanza di dati.

L’Italia e il Goal 14

A causa della grave carenza di dati, non è stato possibile aggiornare il composito italiano del Goal 14 al 2020. Tra il 2010 e il 2014 l’indice evidenzia una sostanziale stabilità cui segue, nel 2015, un miglioramento dovuto alla riduzione della quota di stock ittici in sovra sfruttamento. Dal 2015 al 2018 si evidenzia un trend negativo dovuto sia all’aumento dell’attività di pesca sia all’aumento dello sfruttamento degli stock ittici. Nel 2019, nonostante una lieve riduzione dello sfruttamento degli stock ittici di 1,3 punti percentuali dal 2018 al 2019, il composito registra una sostanziale stabilità.

Dal 2010 al 2019 le aree marine protette in Italia sono sostanzialmente invariate, essendo incrementate di soli 0,06 punti percentuali. La situazione dell’Italia risulta ancora più grave se si considera che cinque Regioni (Basilicata, Emilia-Romagna, Marche, Molise, Veneto) al 2019 non si erano ancora dotate di aree protette.

La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.

 

Fonte: https://asvis.it/notizie-sull-alleanza/19-13855/litalia-e-il-goal-14-attuare-la-strategia-marina-e-recuperare-i-gravi-ritardi