Le biomattonelle sono 100% naturali, non prevedono l’utilizzo di resine, plastiche o colle
I rifiuti del settore edilizio sono tra i più complessi da gestire a causa della composizione delle materie che li generano: questo è uno dei presupposti che hanno portato Erik de Laurens a creare le sue biomattonelle, composte di un materiale formato da squame di pesce: la SCALITE.
Mentre frequentava un master in product design al Royal College of Art di Londra, il fondatore dell’impresa SCALE guardava con preoccupazione ai fenomeni sociali che cambiavano il volto della sua città.
Le fabbriche continuavano a chiudere, con il serio rischio della dispersione di un patrimonio di know how industriale difficile da ricostruire; al contempo però si facevano sempre più evidenti i problemi di inquinamento, e de Laurens sentiva la necessità di inventare qualcosa che intervenisse su entrambi gli aspetti: fare breccia nel mondo dell’ingegneria dei materiali portandovi un nuovo paradigma, in cui fosse possibile produrli in maniera locale e sostenibile.
Da questa aspirazione è nata la SCALITE, un materiale composto da squame di pesce, a partire dal quale è possibile comporre biomattonelle.
L’importanza delle biomattonelle per il flusso dei rifiuti edilizio
L’invenzione di de Laurens affronta una serie di questioni non più rimandabili. Mentre il Pianeta continua la sua corsa verso la transizione ecologica e i governi dei Paesi più ricchi provano a introdurre misure e politiche che accelerino il processo, ci sono una serie di settori maggiormente critici su cui intervenire. Il settore edilizio è uno dei principali, perché produce un’importante mole di scarti che è difficile e costoso riciclare, e che impongono l’individuazione di nuovi materiali, maggiormente compatibili con le esigenze del pianeta.
Per comprendere la portata del problema basti pensare che, in un anno in cui il nostro Paese ha brillato per la filiera del riciclo, una delle note dolenti delle nostre performance è stata proprio la gestione dei rifiuti inerti: anche se i nostri numeri ci tengono in linea con gli obiettivi europei (abbiamo avviato al riciclo il 77,9% dei rifiuti prodotti a fronte di un target UE del 70%), stiamo andando incontro a una potenziale crisi del settore dovuta all’entrata in vigore del DM sull’End of Waste, che dovrebbe disciplinare il riciclo degli inerti ma che è stato a più riprese criticato per l’estrema rigidità nelle valutazioni sulla riutilizzabilità dei materiali. Sia l’annuncio delle linee guida, sia l’emanazione del decreto hanno destato le preoccupazioni degli addetti ai lavori, che hanno denunciato il pericolo di una vera e propria crisi del settore.
Individuare nuove modalità di gestione dei flussi appare dunque prioritario, mentre il mondo della ricerca è concentrato sul problema a monte: trovare materiali in grado di essere più facilmente smaltiti, che rendano i rifiuti derivati dall’edilizia e dalle costruzioni in linea con le esigenze dell’economia circolare.
Le biomattonelle in SCALITE prodotte da SCALE vanno in questa direzione.
La ricerca che ha portato alle prime biomattonelle prodotte da squame di pesce
L’idea di produrre un materiale con le squame di pesce si basa sul fatto che queste ultime sono un materiale che risulta sprecato dall’industria della pesca: una materia prima seconda, disponibile in quantità elevate e a prezzi bassi.
Per questo ha deciso di dedicarvi le proprie ricerche, a seguito delle quali ha inventato un nuovo materiale simile alla pietra, composto interamente da squame di pesce. Lo ha chiamato SCALITE, da “scale” (squama in inglese), per rifarsi al nome delle materie plastiche come la bachelite, l’ebanite o la galatite.
Prima di approdare alla produzione delle biomattonelle in scalite, il materiale è stato sperimentato per diversi utilizzi: occhiali, becher, un tavolo.
Le squame di tutte le specie di pesce sono composte di una parte minerale, l’idrossiapatite, e una organica, il collagene. A seconda delle specie però varia la proporzione delle componenti.
La produzione della SCALITE avviene con l’utilizzo del biopolimero – il collagene – che viene estratto dalle squame e poi miscelato con l’idrossiapatite. Il risultato del processo è una polvere, che può essere compressa e utilizzata per costruire i fogli che comporranno le biomattonelle.
Il materiale è dunque al 100% naturale, non prevede l’utilizzo di resine, plastiche o colle, non contiene alcun agente tossico e questo, connesso alla sua resistenza, lo rende adatto alla produzione delle biomattonelle di SCALE, una vasta gamma di prodotti adatti agli arredamenti di interni.