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A Gennaio 2022, grazie alla mobilitazione di migliaia di persone, anche in Italia è entrata in vigore la direttiva europea che vieta la vendita di alcuni prodotti in plastica monouso: piatti, posate, cannucce, agitatori per bevande, aste per palloncini, bastoncini cotonati, alcuni contenitori in polistirolo.

Ma il diavolo si nasconde nei dettagli: il Governo Italiano ha introdotto una lunga lista di esenzioni e deroghe e la stessa norma europea non è del tutto efficace su molti prodotti usa e getta. Sono un esempio gli imballaggi per alimenti, detersivi e prodotti per l’igiene personale, che continueranno ad essere consentiti. Anche per questo serve un intervento internazionale.
Basta entrare in un supermercato qualsiasi per avere la prova che siamo ancora invasi dalla plastica. 

Riciclare non è la soluzione

Aziende e governi vogliono farci credere che riciclare è la soluzione all’inquinamento, ma i fatti parlano chiaro: di tutta la plastica prodotta a partire dagli anni 50 solo il 10% è stato correttamente riciclato.
Fare una corretta raccolta differenziata è un dovere di ogni cittadino, ma è ormai chiaro che il riciclo da solo non basta più. La produzione attuale di plastica infatti raddoppierà i volumi del 2015 entro il 2030-35 per triplicarli entro il 2050.
Inoltre la plastica è dannosa ancora prima di entrare in commercio: il 99% viene prodotta da petrolio e gas fossile e inquina in ogni fase del ciclo di vita, dalla produzione all’incenerimento minacciando anche il clima e la nostra salute.
Inoltre se dispersa in natura si degrada in tempi estremamente lunghi:

Se non agiamo subito con un trattato globale, le grandi multinazionali continueranno a produrre e vendere sempre più plastica monouso, ignorando i rischi per il pianeta e la nostra salute.

 

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