E’ andata bene e l’organizzazione è soddisfatta di sé stessa. La giornata dell’ambiente il 5 giugno e quella degli Oceani l’8 giugno hanno segnato un successo per i volontari dell’associazione Plastic free. Il suo impegno nella lotta alla plastica selvaggia è il fenomeno italiano più autentico contro tutte le trovate retoriche sul tema. Ogni anno Plastic free premia i Comuni virtuosi ed allarga la rete di collaborazione nella quale ci sono Ministeri, Enti pubblici, aziende. Durante le due recenti giornate di giugno sono stati raccolti 24 mila chili di plastica e rifiuti grazie a 2.500 volontari e quasi 3 mila cittadini sensibilizzati, tra cui oltre 800 studenti. Dal 5 all’8 giugno, referenti e volontari dell’organizzazione hanno dato vita a interventi di clean up ambientale, sensibilizzazione, incontri educativi con le scuole e azioni di cittadinanza attiva per ripulire e proteggere spiagge, fiumi, parchi, aree urbane e sentieri naturali. “Abbiamo rimosso quasi 24 tonnellate di plastica e rifiuti dall’ambiente, ma soprattutto abbiamo portato il messaggio della sostenibilità e della responsabilità ambientale a migliaia di cittadini e studenti” spiega Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus. Quest’anno, la Giornata mondiale dell’Ambiente, istituita dalle Nazioni Unite nel 1972 aveva come tema proprio il contrasto dell’inquinamento da plastica. Italiani integerrimi ? Per niente. Se in due occasioni si raccolgono cosi tanti chili di plastica è evidente che le cose non vanno bene. Non vanno bene a monte, nella predisposizione delle persone a non disperdere la plastica nell’ambiente a non percepire che l’uso smodato è in flagello ambientale. Si continua ad acquistare prodotti incellofanati, anche quando se ne potrebbe fare a meno, a non selezionare gli scarti, a buttare involucri e contenitori dove capita. Tutto questo, sia chiaro, ha poco a che fare con l’industria del packaging. Il disastro viene dopo. La sensibilità sociale è cresciuta ma deve fare ancora tanti passi avanti.
Tra due mesi, a Ginevra, si terranno nuovi negoziati per un trattato globale sulla gestione della plastica e, per la prima volta, ci sarà anche Plastic Free accreditata presso il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente. Una voce italiana realistica cui auguriamo di non cadere nelle declamazioni improduttive.
La Giornata mondiale degli Oceani, peraltro, ha ricordato la gravità della situazione nei mari. Dati allarmanti per il nostro Mediterraneo, malato oltre ogni limite. Avete mai provato a mettere insieme gli enti, le campagne, la propaganda, i blitz corsari, i soldi annunciati per curarlo ? Lasciamo correre.
Le responsabilità dell’inquinamento marino così diffuse e la lotta per rimediare non può essere combattuta solo da volontari. Il mare malato fa morire tante attività che basterebbero a svegliare politici,industriali, decisori. In tanta propagata negligenza i volontari nella loro quattro giorni hanno raccolto plastica lungo le coste,nei greti dei fiumi, nelle piazze. Per quello che hanno preso a mare è come ogni minuto un camion colmo di rifiuti scaricasse il proprio contenuto in mare. “Le conseguenze sono sotto i nostri occhi: la plastica uccide la fauna marina e, entrando nella catena alimentare, finisce nel nostro stesso cibo” aggiunge De Gaetano. Già, quello che arriva a tavola anche in confezioni di plastica. Di giornate mondiali “ verdi” ce ne saranno altre. I volontari italiani probabilmente aumenteranno di numero ma a creare lavoro per loro ci sarà un esercito di inquinatori in sevizio permanente effettivo. Ingrati.
di Nunzio Ingiusto