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L’impianto è in grado di immettere nell’aria miliardi di micro-gocce che abbattono al suolo il Pm2,5. Applicazione nelle grandi città ma anche durante le demolizioni

É di un’azienda padovana l’innovativo strumento che potrebbe aiutare ad abbattere l’insidioso Pm 2,5, inquinante invisibile presente nell’aria.
Viene descritto come un ‘cannone spara-nebbia‘ per abbattere polveri inquinanti lo strumento appena immesso sul mercato dall’azienda di Padova Idrobase Group.
Il primo ‘cannone’ a 120 bar è capace di eiettare miliardi di micro-gocce leggermente più grandi delle particelle inquinanti di Pm2.5 presenti nell’aria, garantendone il completo abbattimento al suolo ed evitando in questo modo che la popolazione lo respiri.

La demolizione del capannone reso inagibile dall’incendio del 10 Luglio scorso è stata trasformata in un test probante per le più moderne tecnologie nell’abbattimento delle polveri PM2.5 e PM10 in ambiente industriale. Tecnologie da cui è recentemente nata la rete d’impresa “Safebreath.net” con la piemontese Sibilia e la trevigiana MVT – Mion Ventoltermica.
L’ opera del mezzo speciale per l’abbattimento della costruzione sinistrata è in questi giorni accompagnata dall’azione dei macchinari Idrobase (cannoni sparanebbia, moduli e linee misting, idropulitrici) per l’abbattimento delle polveri al suolo e la pulizia delle superfici.

“In questo modo chiunque può verificare l’efficacia dei nostri sistemi. Trasformare la crisi in opportunità: è questa la sfida, che permea l’azione di Idrobase Group dal 9 Luglio scorso, quando un incendio ha distrutto un magazzino nella sede di Borgoricco, mandando in fumo prodotti in consegna per 1.300.000 euro  e danneggiando altre strutture aziendali. Da subito, abbiamo riorganizzato la catena produttiva, riadattando la logistica aziendale e motivando il team, non puntando a ristrutturare l’esistente, ma facendo del sinistro l’occasione  per programmare un nuovo futuro” evidenzia il Co-presidente, Bruno Ferrarese.

“Fare di necessità, virtù”: così l’altro Co-presidente, Bruno Gazzignato, presenta la scelta di dotarsi di ben 4 magazzini verticali con oltre 200 “cassetti”, la cui gestione è robotizzata: 3 impianti saranno a servizio della logistica ed uno servirà la produzione.
“E’ un’autentica rivoluzione organizzativa, che ci permetterà di non occupare una superficie di 1924   metri quadrati, destinandola altresì a nuove linee produttive” annuncia Gazzignato.

“La nostra – conclude Ferrarese – è la resilienza dell’ottimismo, che cercheremo di trasmettere anche attraverso il nuovo catalogo, ma che soprattutto ci sta permettendo di chiudere il 2022 con un fatturato di 15 milioni di euro, in linea con quanto realizzato l’anno scorso, nonostante la difficile contingenza economica, la crisi internazionale e le evidenti difficoltà dovute all’incendio.”