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Quanto è importante l’acciaio nella nostra vita quotidiana? Rubinetti, fornelli, macchine di qualsiasi tipo: direttamente o meno, la vita dell’essere umano è “pressata” e “modellata” dall’acciaio.

“Ci sono materiali che hanno provato a sostituirlo – afferma Francesco Semino, chief sustainability officer di Acciaierie Venete, azienda partner di Le Village by CA Triveneto – ma la realtà ci dice che niente ha le stesse prestazioni meccaniche”. 

Al tempo stesso, ha un grosso impatto nelle emissioni di gas serra; il settore siderurgico rappresenta circa l’8% della CO2 rilasciata nell’atmosfera, per un valore di circa 2,6 miliardi di tonnellate annue. Un motivo più che valido per portare i player dell’industria a rivedere i loro piani di produzione. Tra questi, Acciaierie Venete, uno dei maggiori produttori di Engineering Steel nel mercato europeo dei lunghi, che sta operando in questo senso grazie a un Piano specifico di Decarbonizzazione. 

 “Il decremento di produzione di CO2 si individua in tre scopi – spiega il dott. Semino – i primi due sono prodotti dall’azienda e dall’alimentazione elettrica degli impianti, e impattano per il 16% ciascuno del totale. Il terzo scopo è dato dall’approvvigionamento e dal concorso di aziende terze. Sui primi possiamo intervenire in prima persona: il processo e la quantità di acciaio da produrre non possono variare di molto. Da questo punto di vista, la soluzione più promettente è la procedura di carbon capture, con una previsione di utilizzo e di efficacia oltre il 2050”.

“All’interno del secondo scopo – continua Semino – si tratta di utilizzare energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili: qui si può arrivare al 100% per l’alimentazione del comparto siderurgico entro il 2030. È Il terzo scopo a risultare più complesso: il restante 68% delle emissioni di CO2 è dato da questo settore, calcolato non su dati di aziende terze, ma ricavato dalla ‘letteratura’, da previsioni di informazioni incerte. Manca un monitoraggio capillare e integrativo dell’intera catena di produzione, e ciò si può migliorare in sinergia con i partner”. 

In un panorama italiano dove l’80% della produzione siderurgica è dato dal processo per forno ad arco – un decimo meno inquinante rispetto al processo da ciclo integrale – Acciaierie Venete ha sviluppato il suo Piano di decarbonizzazione, volto sia al breve che al lungo periodo. Oltre agli interventi diretti, sarà possibile realizzarlo grazie anche all’aiuto dell’Intelligenza Artificiale, in collaborazione con la start up ASC27, in termini di monitoraggio, registrazione e ottimizzazione di dati, macchine e processi produttivi. 

Si tratta di una soluzione volta a migliorare la qualità dell’intero ciclo, che va di pari passo con i vantaggi intrinseci dell’acciaio stesso: le già citate prestazioni meccaniche, la facilità di individuazione del suo deterioramento – e la conseguente possibilità di riciclo e di correzione qualitativa, grazie alla fusione di nuovo materiale vergine – la semplicità con la quale si può differenziare dagli altri rifiuti, per le proprietà magnetiche. 

“La stessa IA – conclude Francesco Semino – può fornire un importante database dal quale si possono creare nuove iniziative, nuove start up, che abbiano come obiettivo la cattura della CO2 e la sua utilizzazione”. Si tratta, in fondo, di farsi domande banali, o solo semplici: come chiedersi quanto importante sia l’acciaio, e il suo ciclo produttivo, per il pianeta. 

 

di Damiano Martin