Categorie: Editorial
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Neza-Chalco-Itza è una baraccopoli di 4 milioni di persone che sorge alla periferia nord di Città del Messico. Si tratta dello slum più grande del mondo. Per slum, secondo la Treccani, si intende un quartiere poverissimo, ad alta densità, contraddistinto da costruzioni malsane e fatiscenti. Questi insediamenti si vengono a formare in seguito alla migrazione di massa dalle zone rurali verso la città; un fenomeno proprio dei paesi in via di sviluppo. Secondo l’associazione ONLUSTwins International” una causa è la “gentrificazione”, quel fenomeno di riqualificazione urbana in cui un’amministrazione locale e privati investono quantità imponenti di denaro nella ricostruzione di un quartiere per trasformarlo in un polo attrattivo per persone facoltose. Questo processo equivale a costringere le persone con scarse capacità economiche che abitavano quei posti a lasciarli, non potendone sostenere i costi e spesso ad affollare le periferie.

Un altro aspetto che ha inciso sulla nascita di questi agglomerati urbani è il cambiamento climatico; il surriscaldamento globale in diverse situazioni ha portato le persone a dover scegliere se morire a causa della siccità o a spostarsi in zone urbane causandone un sovraffollamento.

Una delle caratteristiche degli slum è la totale assenza dello Stato. La definizione che ne dà infatti le Nazioni Unite è un “agglomerato di abitazioni e altre strutture costruite non formalmente riconosciute” (e talvolta non trattate come parti integranti della città). Non venendo validate dalle autorità governative e dalle amministrazioni locali, spesso non figurano nelle cartine geografiche, tanto meno nelle mappe catastali. Nel mondo attualmente 828 milioni di persone vivono in baraccopoli e il numero è in continuo aumento. Oltre a quello presente in Messico gli altri slum si trovano principalmente nell’Africa subshariana. Nello slum della città di Nairobi in Kenya, Kibera,  si concentrano 2 milioni e mezzo di abitanti e la sua baraccopoli accoglie circa il 60% della popolazione della capitale keniota. In Pakistan invece sono presenti 1,8 milioni di persone presso Orangi Town dove l’80% dei suoi abitanti non ha un lavoro fisso.

Stando al rapporto «The Challenge of Slums» delle Nazioni Unite, una persona su sei ovvero circa un terzo della popolazione urbana mondiale, per un totale di quasi un miliardo di persone vive nelle oltre 250mila baraccopoli diffuse in tutto il pianeta: nei Paesi in via di sviluppo la percentuale è del 43% della popolazione urbana, in quelli sviluppati il 6%.

Per Paesi in via di sviluppo si intendono, secondo la Treccani, i Paesi a basso tenore di vita, basso reddito e diffusa povertà, cosi come una limitata attività industriale e un basso indice di sviluppo umano. Il problema di questi insediamenti viene messo in evidenza nell’undicesimo goal dell’Agenda ONU 2030, dove è presente  la volontà di rendere le città inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. In quest’ottica trovare delle soluzioni alle realtà delle baraccopoli è una sfida complessa che necessita di operazioni su più fronti.

Prendiamo in esame il più grande slum del mondo chiamato Neza – Chalco – Itza in quanto composto da tre città, Nezahualcóyotl, Chalco e Ixtapaluca.

Spesso Neza-Chalco-Itza è stata dipinto come un posto sgradevole per le condizioni in cui vivono i suoi abitanti. C’è da tenere in considerazione però, che in questo enorme slum c’è un comunità con una cultura nascosta tutta da scoprire. La divisione in tre comuni di questo insediamento ha permesso che ogni amministrazione potesse predisporre delle misure per mitigare gli effetti della povertà. Di fatto questo insediamento costituisce un laboratorio di sviluppo dal basso che può tornare utile come modello per altre aree urbane degradate. Ne sono un esempio i diversi servizi comunitari derivanti dal Centro Culturale Jaime Torres Bodet. Il centro è stato realizzato nel 1987 e viene utilizzato per promuovere produzioni musicali, corsi di lingue straniere e mostre d’arte. Il fatto che l’ingresso sia gratuito per tutti i visitatori consente agli abitanti di Neza- Chalco -Itza una fuga dalla realtà. Da sottolineare inoltre che Neza è anche sede della Orquesta Sinfónica Infantil y Banda Sinfónica de Nezahualcóyotl nata nel 1998 e composta da 45 membri di età compresa tra i 6 e i 17 anni. Un altro aspetto sul quale si fa molta attenzione è relativo alle attività sportive grazie allo stanziamento di fondi per la costruzione di strutture per il calcio assieme alla realizzazione di leghe sportive giovanili. In un mondo in cui gli slum costituiscono una realtà sempre più diffusa è cruciale trovare soluzioni inclusive, sicure e sostenibili. Neza con le sue iniziative propone un punto di partenza per affrontare questa sfida globale e un esempio di ispirazione per tutte le realtà in cui i più emarginati possano trovare una ragione di riscatto dalla loro vita di periferia.

 

di Marco Camporese

 

 

 

Fonti:

https://aliceforchildren.it/2021/10/19/baraccopoli-nel-mondo/#:~:text=La%20maggior%20parte%20delle%20baraccopoli,nord%20di%20Citt%C3%A0%20del%20Messico.

https://www.ispionline.it/it/informarsi-per-il-mondo/i-10-slum-piu-grandi-del-mondo

https://www.geopop.it/favelas-ghetti-e-baraccopoli-un-fenomeno-che-riguarda-il-25-della-popolazione-urbana-mondiale/

(https://www.bcc-lavoce.it/article/un-terzo-della-popolazione-urbana-mondiale-vive-nelle-baraccopoli/)

https://migrazioniontheroad.largemovements.it/neza-chalco-itza-messico-slum-piu-grande-mondo/