Categorie: Editorial
Tipo di Contenuto: chat gpt | ESG
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l tema della definizione, regolazione e rispetto dei valori ESG, nel riguardare trasversalmente ogni sfera dell’ambito umano, non può non afferire anche all’ambito delle intelligenze artificiali o più brevemente AI.

Ho pensato di “parlarne” con ChatGPT e così, per puro caso – nelle ore comprese tra l’appello lanciato da Elon Musk e altri 1.000 esperti pubblicato dal Future of Life Institute, in merito ai problemi etici derivanti dallo sviluppo incontrollato delle intelligenze artificiali, e la disposizione del Garante per la Privacy di bloccare il trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI – sono al momento uno degli ultimi utenti del Belpaese a essersi collegato con la più famosa e capillare delle AI.

Questo articolo è estratto dall’intervista in 16 domande a Chat GPT che ho chiuso la notte del 30 marzo 2023.

1. Pensi che sia importante per una azienda avere dipendenti le cui conoscenze e competenze in ambito ESG siano certificate?
ChatGPT: Certificare le conoscenze e le competenze in ambito ESG dei dipendenti può essere utile per garantire che l’azienda abbia le risorse interne necessarie per implementare le politiche di sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa.

In particolare, una certificazione ESG può essere utile per dimostrare la competenza di un dipendente in un particolare ambito ESG, come ad esempio la gestione ambientale, la governance aziendale, la diversità e l’inclusione, la gestione dei diritti umani o la lotta al cambiamento climatico.

In ogni caso, è importante che l’azienda sia impegnata seriamente nella promozione dei valori ESG e che investa nelle risorse interne necessarie per implementare le politiche di sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa.

Tuttavia, le certificazioni ESG non sono l’unico modo per garantire che i dipendenti abbiano le conoscenze e le competenze necessarie in questo ambito. Esistono anche corsi di formazione interni, workshop e programmi di sviluppo professionale che possono aiutare i dipendenti a comprendere meglio i concetti ESG e ad applicarli in modo efficace all’interno dell’azienda.

 

2. Di solito infatti la certificazione avviene dopo una specifica formazione …
ChatGPT: Assolutamente sì, la certificazione ESG di solito richiede una formazione specifica per acquisire le conoscenze e le competenze necessarie in ambito ESG. Questo può avvenire attraverso programmi di formazione interni all’azienda o attraverso corsi di formazione esterni forniti da organizzazioni accreditate.

La formazione ESG può essere un’ottima opportunità per i dipendenti di acquisire conoscenze e competenze specifiche per implementare le politiche ESG dell’azienda in modo efficace. Inoltre, il processo di certificazione può fornire un ulteriore incentivo per i dipendenti ad impegnarsi in questo ambito, dimostrando che l’azienda riconosce l’importanza delle competenze ESG e offre opportunità di sviluppo professionale in questo campo.

3. Quali sono le nazioni più attente ai criteri ESG?
ChatGPT: ESG (Environmental, Social and Governance) è diventato un importante criterio di valutazione per gli investimenti a livello globale. Le nazioni che sono più attente ai criteri ESG possono variare in base alla metodologia di valutazione utilizzata e alla fonte di dati considerata.

Tuttavia, alcune nazioni che sono spesso citate come leader in materia di attenzione ai criteri ESG sono:

1. Paesi scandinavi: Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia sono spesso citati come leader in materia di attenzione ai criteri ESG. La Norvegia, ad esempio, ha un fondo sovrano, il Government PensionFund Global, che si concentra su investimenti responsabili e ha stabilito linee guida ESG rigorose.
2. Paesi Bassi: i Paesi Bassi sono noti per la loro attenzione all’ambiente e per essere in prima linea nella lotta contro il cambiamento climatico. Alcune grandi aziende olandesi, come Philips e ING, sono impegnate in iniziative ESG.
3. Regno Unito: il Regno Unito ha un forte impegno per l’energia pulita e il governo ha stabilito obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2050.
4. Canada: il Canada ha una lunga tradizione di attenzione all’ambiente e molte delle sue grandi aziende, come la Banca del Canada e la Banca di Montréal, hanno stabilito politiche ESG rigorose.
5. Germania: la Germania è stata una delle prime nazioni a impegnarsi nella transizione energetica e a promuovere le energie rinnovabili. Molte delle sue grandi aziende, come Volkswagen e Siemens, hanno stabilito politiche ESG.
È importante notare che molte nazioni stanno diventando sempre più attente ai criteri ESG, quindi questa lista potrebbe cambiare in base ai nuovi sviluppi e iniziative ESG.

4. E l’Italia?
ChatGPT: Anche l’Italia sta diventando sempre più attenta ai criteri ESG, soprattutto negli ultimi anni. Ad esempio, molte delle grandi aziende italiane, come Enel, Eni, Generali e Intesa Sanpaolo, hanno stabilito politiche ESG rigorose e stanno lavorando per ridurre le loro emissioni di gas serra e promuovere l’energia rinnovabile.

Inoltre, il governo italiano ha adottato diverse iniziative per promuovere l’investimento responsabile e l’economia sostenibile. Ad esempio, ha istituito un Fondo per il clima e l’energia e ha stabilito obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030.

In generale, l’Italia sta diventando sempre più attenta ai criteri ESG, ma c’è ancora molto lavoro da fare per garantire che le aziende italiane si impegnino seriamente a ridurre l’impatto ambientale, migliorare le condizioni sociali e promuovere una governance responsabile.

5. E le PMI italiane?
ChatGPT: Anche le PMI italiane stanno diventando sempre più attente ai criteri ESG, ma spesso hanno meno risorse rispetto alle grandi aziende per implementare politiche ESG e ottenere la certificazione ESG. Tuttavia, molte PMI italiane stanno iniziando ad adottare pratiche sostenibili e adottare politiche ESG per migliorare la loro immagine e competitività.

Il governo italiano sta sostenendo le PMI nel loro percorso di sostenibilità e ha adottato diverse iniziative per promuovere l’innovazione e l’economia sostenibile. Ad esempio, ha stabilito incentivi fiscali per le PMI che investono in energie rinnovabili e tecnologie sostenibili e ha lanciato il Fondo Nazionale per la Transizione Ecologica, che offre finanziamenti agevolati alle PMI che investono in progetti sostenibili.

In generale, le PMI italiane stanno diventando sempre più attente ai criteri ESG e stanno iniziando a implementare politiche e pratiche sostenibili per migliorare la loro immagine e competitività nel mercato globale.

 

Questo articolo, per esigenze editoriali ma anche di uniformità di contenuto, si ferma qui. Si può sostenere che ChatGPT abbia risposto in modo sufficientemente chiaro ancorché generico alle domande poste. Non si può peraltro dimenticare una regola del giornalismo secondo cui la risposta dell’intervistato è già nella domanda che viene fatta, con ciò considerando la possibilità che la genericità e una certa ripetitività possano derivare dalla qualità dei quesiti. Credo in ogni caso che una prerogativa di ChatGPT emerga distintamente: il tentativo di risultare empatico (uso il maschile come fa l’AI quando si esprime in lingua italiana).

Secondo uno dei massimi esperti mondiali di AI, Jurgen Schmidhuber, in effetti così sarebbero i sistemi digitali intelligenti: empatici e collaborativi. Collaborativi non solo con gli esseri umani ma anche tra loro al punto da cercarsi e da sviluppare propri linguaggi per comunicare più efficientemente ed efficacemente.

Questa probabilmente è una lezione che possiamo portarci a casa, noi italiani e, ricollegandoci all’ultima domanda, soprattutto le PMI che costituiscono il tessuto dell’Italia: fare sistema anche nel mondo ESG. Una alta percentuale di PMI sta implementando o quantomeno studiando come mettere in atto la transizione ESG, tuttavia sembra che la maggior parte stia procedendo per proprio conto, ciascuna cercando o attuando la propria strada. La trasformazione in atto però è un fenomeno globale, sociale e di governance, implicapertanto un processo condiviso, coordinato ed efficiente grazie al supporto delle associazioni di rappresentanza delle imprese, all’impegno anche pragmatico dei regolatori nazionali e sovranazionali, alla lungimiranza degli organi dello Stato.

di Joe Capobianco
Membro del Consiglio Iase Italia