Le microplastiche come faccia velata dell’inquinamento del pianeta. La lotta per diminuirne quantità e danni alla salute, purtroppo, è ancora debole. La loro diffusione è tra gli elementi più gravi della decadenza delle acque del mare, in particolare del Mediterraneo. Di fatto molte specie di pesci portano le microplastiche nelle case di milioni di famiglie. La battaglia per ridurre gli impatti avanza, comunque, insieme a nuove scoperte e ricerche di laboratorio. Serena Ducoli, ricercatrice al Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale dell’Università di Brescia, è una delle vincitrici del bando Giovani Ricercatori indetto dalla Fondazione Cariplo. E’ autrice del progetto “Interaction between emerging contaminants: the role of microplastics” che sta andando avanti grazie all’aiuto della Fondazione. Ducoli si occupa dell’impatto ambientale delle nanoplastiche, delle loro interazioni e dell’impatto sugli ecosistemi. La ricerca è tra le più interessanti in circolazione in questo momento data l’invasività delle microplastiche nel sangue umano. L’ultimo allarme su questo aspetto lo ha lanciato il Prof. Silvio Garattini. La Fondazione Cariplo ancora quest’anno è impegnata a favore della ricerca scientifica. Ci sono bandi in favore di giovani studiosi di cui quello che ha premiato il progetto sulle microplastiche è un esempio. Quanto è importante avere il tipo di supporto come quello della Fondazione per sperimentazioni in campo ambientale lo ha spiegato la stessa Serena Ducoli.“ E’ un supporto molto importante per trasformare idee in progetti concreti. Per un giovane ricercatore, significa avere accesso a risorse, collaborazioni e visibilità, per crescere e contribuire alla ricerca su temi di grande rilevanza ambientale e promuovere il coinvolgimento dei più giovani nella scienza del futuro” ha detto. Cariplo con 2746 progetti sostenuti, oltre 615 milioni di euro donati e più di 30 anni di impegno ha iniziato il 2025 con sostegno a studiosi e docenti universitari con l’impegno caratterizzante sui temi della sostenibilità e delle sperimentazioni l’ambientali. Superfluo aggiungere che l’Italia ne ha bisogno come il pane. “Generare conoscenza e creare nuove competenze sono fattori indispensabili per una società capace di affrontare i cambiamenti e crescere secondo un modello di sviluppo inclusivo, resiliente e sostenibile” spiega la Fondazione. La verità è che viviamo in un mondo sempre più complesso e interconnesso, dove la conoscenza è la chiave per comprenderne i fenomeni, anticiparne le dinamiche e prendere decisioni informate. I finanziamenti pubblici alla ricerca in molte circostanze diventano debole outsider rispetto all’impegno di istituzioni “terze”. La sfida per accrescere competenze e valorizzazione del capitale umano si misura su tecnologie che l’Italia ancora abbondantemente importa. Parlare di lotta al cambiamento climatico, vuol dire anche preoccuparsi di sapere che cosa fanno i nostri ricercatori, di quali risorse hanno bisogno, con chi si confrontano. La Cariplo, ma non è l’unica a farlo, ha scelto l’interdisciplinarità e le partnership con istituzioni pubbliche e private, italiane e straniere. Il suo bilancio spicca tra quelli di altri Enti europei avendo sostenuto fino ad oggi i percorsi di carriera di 6450 ricercatori aiutando la pubblicazione di 5 mila studi sulle più autorevoli riviste scientifiche. Vale ancora l’esempio del progetto sulle microplastiche che consente di misurare le ricerche italiane con quelle straniere. “Una scoperta certamente importante- ha spiegato Serena Ducoli- è l’identificazione delle microplastiche come veicoli per il trasporto di altri contaminanti o di microrganismi. Questa interazione può avere effetti imprevedibili sull’ambiente e gli ecosistemi, per questo è importante affrontare il problema”. La strada è quella giusta e l’entusiasmo dei nostri giovani va tenuto in considerazione. Magari con qualche aiuto in più da parte dello Stato.
di Nunzio Ingiusto