Lo sport rappresenta un potente strumento di inclusione, capace di unire persone che vivono situazioni di disagio. Grazie all’attività fisica, anche individui con difficoltà cognitive o vittime di discriminazione possono trovare un’occasione di espressione e di riscatto. Oltre a insegnare i principi del lavoro di squadra e il rispetto delle regole quotidiane, lo sport favorisce infatti una maggiore consapevolezza di sé e degli altri, promuovendo il benessere psicofisico e sociale.
A livello nazionale, una delle realtà più attive nella promozione dello sport inclusivo è l’UISP (Unione Italiana Sport Per tutti), che conta oltre 1,3 milioni di soci e 17.000 società sportive affiliate. L’obiettivo dell’associazione è mettere al centro l’individuo, valorizzandone le differenze di genere, orientamento sessuale, cultura e abilità, nella convinzione che la diversità sia una risorsa e non un limite.
Il principio fondante dell’UISP è che lo sport rappresenti un’occasione unica di crescita personale e collettiva. Per questo motivo, l’associazione si impegna affinché tutti possano accedervi liberamente e con pari opportunità, senza barriere di alcun tipo. La sua attività si basa su valori universali come la lotta contro ogni forma di discriminazione, razzismo e pregiudizio, ponendosi in netta contrapposizione con una visione dello sport esclusivamente legata alla performance o al risultato. UISP è inoltre parte di importanti reti interassociative, tra cui ASviS – Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile.
Tra le iniziative più significative dell’UISP, spicca Matti per il Calcio, un campionato nazionale attivo da oltre vent’anni, dedicato a persone con disturbi psichiatrici. L’evento, che nell’ultima edizione si è svolto in Emilia-Romagna, coinvolge squadre composte da atleti con fragilità mentali, offrendo loro l’opportunità di confrontarsi sul campo in un ambiente inclusivo e stimolante.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra ASL, personale sanitario e allenatori, con l’obiettivo di creare un contesto che vada oltre la semplice attività sportiva, diventando uno strumento di supporto per il benessere psicologico. L’ultima edizione ha reso omaggio a Franco Basaglia, psichiatra innovatore che ha rivoluzionato il concetto di cura della salute mentale, sottolineando l’importanza delle relazioni umane e della partecipazione sociale per il recupero dei pazienti.
Matti per il Calcio è attivo in diverse città italiane, tra cui Torino, Genova, Parma e Roma, e svolge un ruolo cruciale nel restituire fiducia a chi vi partecipa. Il calcio, in questo contesto, si trasforma in una vera e propria “terapia sociale”, capace di rompere l’isolamento, rafforzare le capacità relazionali e favorire il reinserimento attivo nella società.
Secondo il professor Giancarlo Vinci, che coordina il progetto dal 2010, l’obiettivo principale non è la vittoria, ma il coinvolgimento di tutti i partecipanti nella pratica sportiva. Grazie al calcio, i pazienti migliorano la percezione di sé e delle proprie emozioni, sviluppano la capacità di lavorare in gruppo e comprendono il valore della collaborazione.
È proprio questo duplice ruolo – agonistico e terapeutico – a rendere Matti per il Calcio un modello esemplare di inclusione sociale, dimostrando come lo sport possa essere un veicolo di riscatto personale e collettivo, all’interno della società.
di Marco Camporese
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