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Questo legno rappresenta un nuovo approccio alla valorizzazione di risorse che altrimenti andrebbero disperse. Un legno che non viene dimenticato, al contrario viene valorizzato e reso unico dopo essere stato recuperato dal letto dei fiumi.

I tronchi pervenuti nelle acque del fiume a seguito di erosione sono stati trasportati a valle fin quando, diminuita l’energia delle acque, si sono deposti e sono stati sepolti dai sedimenti come ghiaie, sabbie, argille limi, che costituivano il trasporto solido del fiume. Proprio questi particolari sedimenti negli anni hanno permesso al materiale di conservarsi e di assumere un aspetto di unicità.

Per conservare il territorio e non alterare l’ecosistema, tutti i tronchi vengono estratti manualmente dai fiumi: dei sommozzatori sono incaricati di scandagliare il fondo del fiume, anche attraverso l’utilizzo di speciali droni, per individuare le masse lignee su cui concentrare la ricerca. 

L’estrazione del legno fluviale avviene attraverso l’impiego di palloni riempiti con ossigeno e fissati con delle funi ai tronchi per favorire il processo di emersione: ogni singolo tronco richiede un processo dedicato per evitare possibili alterazioni del legno durante la fase di estrazione.

Successivamente il tronco viene trasportato in un’area di stoccaggio e messo a riposo per un intero anno ad asciugare al fine di raggiugere la migliore stabilità dimensionale. La fase di asciugatura richiede un controllo costante delle temperature ambientali per evitare che eventuali sbalzi termici possano causare danni al tessuto del tronco. Successivamente attraverso dei forni dotati di speciali sensori viene eliminata gradualmente e completante la presenza di umidità. Questo legno è unico nel suo genere perché frutto di una conservazione subacquea millenaria che conferisce al legno diverse proprietà, tra cui la durezza e la resistenza. L’attestazione sull’età del legno, che può raggiungere anche gli 8.000 anni, viene svolta attraverso il metodo del radiocarbonio. Tutti i tronchi vengono etichettati, numerati e suddivisi per dimensione, tipologia, provenienza e periodo di estrazione. Il costante e continuo processo di tracciatura della filiera dalla fase di estrazione, lavorazione, importazione, fino al prodotto finito, ha come obiettivo la volontà di far conoscere la storia di ogni singolo tronco e di fornire garanzie sulla tutela dell’ambiente e degli aspetti sociali di tutti i processi.

Ci sono essenzialmente diverse tipologie di legno come rovere, faggio, olmo, frassino e pioppo.

Ogni tronco è caratterizzato da specificità che lo rendono uno diverso dall’altro. Come di regola il legno dei tronchi nel corso del tempo di seppellimento è andato incontro una serie di trasformazioni chimiche a carico dei diversi componenti del legno, tra cui l’assenza di ossigeno. I risultati di questi processi non hanno influito né sulla struttura del tessuto del legno, dato che le cerchie di accrescimento sono infatti perfettamente conservate, né sulle proprietà meccaniche, che risultano intatte. Si può invece osservare una variazione cromatica del legno, di diversa intensità e gradazione in accordo con le venature, con toni di colori che variano tra chiaro e scuro e con venature che creano forme e disegni unici e che ne valorizzano la rarità del legno e dei prodotti realizzati. 

Con questa tipologia di legno si creano pezzi unici di arredamento, moda e design: è stato infatti impiegato da alcune delle aziende più prestigiose nel settore dell’arredamento e della moda.

di Eva Tenan