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Ogni giorno nel mondo scompaiono circa 50 specie viventi, un tasso che si stima fino a mille volte superiore al tasso di estinzione naturale. Secondo i dati del WWF, tra il 1970 e il 2018 le specie di fauna selvatica sono diminuite in media del 69%. Questo impressionante quadro, aggravato dal cambiamento climatico, segnala un problema che non si ferma all’ecologia.

Il World Economic Forum stima che oltre la metà del PIL mondiale (circa 44.000 miliardi di dollari) sia strettamente legata alle risorse naturali. Dai servizi ecosistemici, infatti, dipendono interi settori economici, tra cui l’agricoltura e l’industria alimentare, il tessile, il turismo. Le cause principali di degrado degli habitat risiedono del resto proprio nelle attività umane, ma queste ultime, se indirizzate sulla rotta dello sviluppo sostenibile, attraverso processi di transizione ecologica, riconversione e riduzione degli impatti, possono anche far parte della soluzione.

Una adeguata politica di protezione ambientale, scelte economiche oculate e uno spostamento progressivo di capitali verso investimenti sostenibili sono strategie essenziali per fermare il processo di depauperamento di risorse naturali. Sul primo fronte, abbiamo accolto con grande soddisfazione il via libera definitivo, da parte del Consiglio dell’Unione Europea, alla Legge sul ripristino della natura. Il Forum nei mesi scorsi si era già espresso con uno statement pubblico a supporto del provvedimento, rimasto a lungo in stallo.

Rispetto invece alle decisioni di investimento e al riorientamento dei flussi di capitale, la finanza sostenibile può avere un ruolo rilevante, ponendosi come attore necessario per la conservazione e la promozione della biodiversità. Il gap di finanziamenti è infatti rilevante (tra i 598 e gli 824 miliardi di dollari all’anno, secondo il Paulson Institute) e le casse pubbliche, da sole, non riusciranno a colmarlo. Per gli operatori finanziari sostenibili c’è dunque spazio per un contributo attivo alla conservazione e promozione della biodiversità in diversi ambiti, che si traduce anche in una grande occasione di investimento, finanziamento e assicurazione, in un settore fondamentale da considerare per una corretta gestione dei rischi ESG.

Finanza sostenibile e biodiversità: una guida per gli operatori

Di fronte a tali dati, il Forum per la Finanza Sostenibile (FFS) ha avviato all’inizio del 2024 un gruppo di lavoro con i propri soci, con l’intento di contribuire a una più diffusa consapevolezza della rilevanza economica e finanziaria della biodiversità, partendo dalle iniziative già esistenti e facilitando il confronto sulle sfide e le difficoltà riscontrate dagli operatori. Il risultato è il paper Finanza sostenibile e biodiversità. Una guida per gli operatori realizzato con il supporto di Advant NCTM, AXA Investment Managers ed Etica Sgr, che sarà presentato a Milano il 25 giugno a Palazzo Lombardia. La conferenza (il programma è disponibile sul sito ufficiale di FFS) si tiene nell’ambito della giornata Finanza, imprese e istituzioni: un percorso condiviso per la biodiversità, organizzata dal Forum in collaborazione con Etifor e Regione Lombardia. Il titolo della giornata sta appunto a evidenziare come, per la conservazione della biodiversità e la salvaguardia del valore a essa collegato, i diversi attori siano chiamati, ognuno per le proprie competenze, a fare la loro parte. In quest’ottica, a pochi mesi dalla COP16 sulla biodiversità, il paper del Forum punta a dare il contributo dell’associazione e a stimolare gli operatori, anche attraverso una serie di linee guida, a includere la biodiversità nei prodotti e nei processi finanziari.

Consapevole dell’importanza di partnership e collaborazioni tra attori pubblici e privati, il Forum, insieme allo spin-off dell’Università di Padova Etifor e alla Regione Lombardia, ha fondato l’Italian Business @ Biodiversity Working Group, che sarà lanciato ufficialmente sempre il 25 giugno, durante la sessione pomeridiana. La nuova piattaforma mira a creare un network italiano di aziende e istituzioni finanziarie che vogliono contribuire a un futuro nature positive, in linea con gli obiettivi del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework. Istituzioni, operatori finanziari e aziende sono infatti accomunati dall’interesse alla salvaguardia della biodiversità, poiché l’equilibrio degli ecosistemi è direttamente collegato alla stabilità economica e finanziaria.

Ne è profondamente consapevole l’Unione Europea, che ha introdotto il tema della biodiversità nella normativa di sostenibilità sia per gli operatori finanziari (Tassonomia delle attività ecosostenibili, Sustainable Finance Disclosure Regulation), sia per le aziende (Corporate Sustainability Reporting Directive, Corporate Sustainability Due Diligence Directive) e ha finalmente varato, oltre un importante Regolamento sulla deforestazione, la Legge sul ripristino della natura. Questo provvedimento, che fissa l’obiettivo di ripristinare almeno il 20% degli ambienti naturali come foreste, fiumi e habitat marini dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi entro il 2050, avrà un ruolo fondamentale per migliorare lo stato della natura in Europa.

Si tratta di un segnale fondamentale non solo per l’ambiente, ma anche per l’intero sistema economico e finanziario. Sul fronte dei rischi, infatti, c’è una stretta connessione tra la dimensione ambientale e quelle sociale, economica e finanziaria. I rischi fisici (connessi con l’alterazione degli equilibri ecosistemici e, dunque, con la perdita dei servizi essenziali a essi legati) e quelli di transizione (derivanti dalla difficoltà di aziende e investitori di anticipare le evoluzioni nel quadro normativo, nel mercato di riferimento e in ambito tecnologico) possono infatti avere impatti significativi sui rischi finanziari: il rischio di credito e di controparte, il rischio operativo, il rischio di mercato e il rischio di liquidità. Non è un caso che lo stesso Network for Greening the Financial System (NFGS), che raccoglie banche centrali e supervisori a livello globale e di cui fa parte anche la Banca d’Italia, abbia definito un quadro per valutare gli impatti economici e finanziari legati ai rischi ambientali.

Il nostro paper approfondisce tutti questi aspetti. Nella prima parte, dopo una panoramica sullo stato degli ecosistemi, si passa all’analisi dei rischi e del valore della biodiversità e si fa una sintesi del quadro normativo. Nella seconda parte, invece, si passano in rassegna – attraverso esempi e buone pratiche – strumenti, metodologie e approcci per includere la biodiversità nei prodotti e nei processi finanziari e migliorare l’impatto positivo sulla biodiversità degli operatori. Il paper si conclude con una serie di raccomandazioni per gli operatori.

Il messaggio centrale è che, nonostante le sfide ancora aperte e il contesto normativo da migliorare, la finanza sostenibile possa svolgere da subito un ruolo cruciale nella conservazione e nel ripristino della biodiversità, dando così il proprio contributo per salvaguardare non solo l’equilibrio degli ecosistemi, ma anche la stabilità dei sistemi economici e finanziari.

 

Fonte: https://www.renewablematter.eu/finanza-sostenibile-biodiversita-guida-per-gli-operatori

di Francesco Bicciato